di Stefano Sannino
Senza cultura saremmo spacciati. Potrebbe sembrare una frase motivazionale, ma è proprio così: ce lo dice la scienza. La cultura, infatti, intesa come l’insieme dei prodotti materiali e simbolici delle società umane, ha permesso all’uomo di sopravvivere nel corso dei secoli.
Senza cultura saremmo spacciati, non è una frase ad effetto, è la verità. L’uomo non ha nessuna facoltà o capacità genetica particolarmente sviluppata, non ha una nicchia ecologica di specializzazione, non ha nessun tipo di preminenza istintuale rispetto agli altri animali: l’unica cosa che permette all’uomo di sopravvivere è la sua cultura. E oggi questa carenza di cultura, questo vuoto di sapere che progressivamente si è diffuso si avverte e si vede.
La cultura ovviamente si evolve nel tempo, ha assunto e assume diverse forme, diverse manifestazioni, ma da sempre è un elemento fondamentale per la nostra sopravvivenza. A fronte di un freddo glaciale, per esempio, l’essere umano non si è “fatto crescere” una pelliccia folta per tenersi al caldo, ma ha imparato a cacciare e ad indossare la pelliccia di altri animali. Ha imparato cioè, a sopperire a quella nudità naturale con cui è nato, a quella incapacità genetica di restare al mondo. Ed è proprio con la cultura, quindi, che l’uomo ha sovvertito l’ordine naturale delle cose, con una velocità impensabile; ciò che gli altri animali raggiungono nel corso di generazioni di evoluzione genetica, l’uomo lo ottiene con qualche ora di caccia e di lavorazione del pellame. Se i nostri antenati non avessero sviluppato la capacità di creare cultura, ma sopratutto di trasmetterla, noi sicuramente non saremmo qui, né avremmo sviluppato le istituzioni sociali di cui andiamo fieri, né avremo scritto i testi che hanno fatto la storia, né avremmo amato chi amiamo: senza la cultura, saremmo – semplicemente – spacciati.