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domenica, 24 Novembre, 2024

La crisi della cultura europea e l'avanzata dell'indecenza

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Che la cultura europea, in senso lato e non accademico del termine, sia in crisi è purtroppo terribilmente chiaro. Da una parte sembra esserci un lassismo e una pigrizia assoluta nel rispondere al fanatismo e alla prepotenza, lassismo che ha permesso il nascere in un po’ tutta Europa di enclave cittadine dominate dalla sharia, dove le autorità e le forze dell’ordine sono del tutto impotenti. Ma non è la venuta dell’Islam ad aver causato questa situazione. Già prima che l’immigrazione portasse da noi una gran quantità di islamici, c’erano zone cittadine dove la malavita aveva libero gioco. Le

Un gruppo di immigrati islamici chiede l'introduzione della sharia in Olanda.
Un gruppo di immigrati islamici chiede l’introduzione della sharia in Olanda.

volanti di polizia e carabinieri, anche qui a Milano, evitavano di entrare in certe vie e parchi per non essere obbligate a vedere spacciatori all’opera e, non sia mai!, a dover magari intervenire e fare qualche arresto. Non voglio qui colpevolizzare le forze dell’ordine che si trovano senza mezzi, con finanziamenti sempre più scarsi (a Milano si è giunti tempo fa al punto di non aver la benzina per le volanti) e con leggi a volte assurde che legano loro le mani. Come sempre, il pesce puzza dalla testa. La colpa è di una classe politica (Europea in questo caso) e di una classe “intellettuale” sempre più fiacca, priva di valori (quali che essi siano) e perfino di idee. E così, in questo vuoto di moralità, di valori, di idee, quel che prolifera sono lo squallido interesse e la semplice, svergognata, impudente indecenza. E l’indecenza sembra non avere una parte politica o religiosa.

In questi giorni ci sono stati due casi che mi hanno lasciato allibito per la loro assurdità. Due casi apparentemente opposti, ma assai simili nella loro essenza.

Il primo riguarda il solito Mario Adinolfi, il giocatore di poker professionista, divorziato e risposato in una di quelle cappelle buffonesche di Los Angeles a cui certa cinematografia ci ha abituati, ex sostenitore del matrimonio per le persone omosessuali (da candidato alle primarie del PD), passato poi al fronte opposto una volta capito che lì non c’era trippa per gatti. E così il nostro ha cominciato a farsi pubblicità ergendosi a paladino della Fede (senza che nessuno gli abbia dato tale ruolo) fondando “La Croce”, un inutile giornale fallito miseramente poco dopo.

In questi giorni Adinolfi se ne è uscito con l’ennesima sparata. In un suo articolo ha attaccato le persone trans, gettando i soliti pregiudizi e la solita

Foto di nozze di Mario Adinolfi.
Foto di nozze di Mario Adinolfi.

violenza su di loro, definendo ogni comparsa pubblica di una persona trans come “propaganda”. E nel modo più becero possibile sostiene che le reazioni ai suoi insulti, alla sua negazione del diritto di essere di chi è differente da lui siano un attacco alla sua “libertà”, come se insultare e censurare gli altri fosse libertà d’opinione. Con un atteggiamento da vittima che fa a dir poco ribrezzo, il sostenitore di ogni pregiudizio, della negazione dei diritti altrui, il fautore della “libertà” di insultare e censurare gli altri, si lamenta come un bambino capriccioso della sola presenza nei media di persone trans, facendo per altro artatamente confusione fra transessuale, transgender e travestito. Ma per lui non importa comprendere le differenze. Per lui c’è solo una fetta di popolazione che non deve esistere se non nel chiuso delle proprie case e senza farsi vedere da altri. Perché nel momento in cui una persona trans (o glbt in generale) pretende (addirittura!) di poter vivere serenamente e apertamente per quel che è, allora i “normali” hanno il “diritto” di censurarla, insultarla, sfotterla…

Come se non bastasse, l’indecente Adinolfi è arrivato a paragonare l’attivismo glbt e coloro che si lamentano della continua omo-transfobia dei media e della società ai terroristi che, a inizio anno, attaccarono la redazione del giornale Charlie Hebdo. Trovo che paragonare chi protesta contro il pregiudizio, chi è semplicemente stufo di ricevere sputi in faccia (in senso figurato, ma a volte anche letterale) gratuitamente, solo per essere diverso da quel che la “norma” dei prepotenti e dei bigotti ha deciso essere giusto, a dei criminali che hanno ucciso in nome del loro fanatismo sia a dir poco osceno. Piuttosto è lui, il caro Mario, ad assomigliare a quei terroristi. Certo, lui non ha sparato a nessuno. Non ha il coraggio di passare ai fatti. Lui è solo un bulletto da tastiera, uno che se ne sta al sicuro, diffondendo odio e lasciando che altri facciano i fatti. E quando succede eccolo sorgere in difesa dei carnefici e a sputare veleno sulle vittime. Perché le persone glbt sono le vittime di questa cultura basata sul pregiudizio. E, soprattutto, non vogliono imporre nulla a nessuno. Nessuno vuole imporre ad Adinolfi o a chicchessia la transessualità o l’omosessualità. Nessuno vuole cambiare il suo modo di vivere, il suo orientamento sessuale, la sua identità di genere. Nessuno vuole nemmeno farlo uscire dal suo piccolo e viscido mondo di bigotti e fascistelli. Solo ci si aspetta che anche lui faccia altrettanto e non si arroghi il diritto di decidere per gli altri cosa sia o meno giusto. Se non desidera vedere persone glbt in televisione può spegnerla o cambiare canale.

L'"artista" Abel Azcona al lavoro.
L'”artista” Abel Azcona al lavoro.

Il secondo caso è, come si diceva, di matrice opposta. La notizia è stata pubblicata dal sito cattolico “Corrispondenza romana”. Il ventisettenne Abel Azcona, un “artista” spagnolo, ha trafugato più di duecento ostie consacrate partecipando ad altrettante messe, per usarle poi per comporre la scritta “pedofilia” in un’opera che l’autore definisce arte. Il sito definisce l’azione del giovane come il “sacrilegio più grave mai osato”. Pur non condividendo i toni dell’articolo, ne condivido la sostanza. Azcona appartiene evidentemente a quella schiatta di atei (che non sono tutti gli atei, si intenda) che si ritengono superiori ai credenti e si sentono autorizzati a mancare di rispetto alla religione. E non si azzardino i credenti a protestare! Una sempre più nutrita quantità di persone che ama prendere per i fondelli la religione e i religiosi, che sostiene che la Bibbia andrebbe venduta tra i libri fantasy, come se un testo che racchiude secoli di storia, filosofia e spiritualità possa essere paragonato a libri su maghetti ed elfi!

Ma perché questi due episodi (le sparate del bigotto Adinolfi e il gesto sacrilego di Azcona) sono molto più simili di quel che sembrano? Semplicemente perché entrambi gli autori dimostrano di essere persone egocentriche e profondamente esibizioniste, con uno spiccato narcisismo. Adinolfi pare si sia risposato (alla faccia del matrimonio tradizionale e cattolico!) in una cappella di Las Vegas dalle pareti trasparenti, trasformando il suo matrimonio in uno spettacolo per tutti coloro che passavano. E che lo scopo di Adinolfi sia più quello di apparire che quello di difendere dei valori è piuttosto chiaro a chi conosca un minimo i suoi trascorsi. Basti pensare al suo passato di difensore dei diritti glbt a cui si accennava prima, passato che ha rinnegato appena ha capito che avrebbe trovato maggior consenso sul fronte opposto. E da allora, mentre vive in modo tutt’altro che cattolico tra divorzi e partite di poker, produce sparate e dichiarazioni sempre più offensive e violente nei confronti delle persone glbt, un obiettivo perfetto per chi vuole fare colpo sull’opinione pubblica e far parlare di sé. È facile (e da vigliacco) attaccare una minoranza già abbondantemente attaccata mettendosi dalla parte di quei poteri forti di stampo cattolico e fascistoide che sembrano non avere altro scopo che negare diritti a chi non piace loro. Una cosa facile soprattutto nel nostro paese che da anni vive un declino verso una società sempre più violenta, razzista e omofoba. Ormai essere razzisti od omofobi non solo non è più ritenuto vergognoso, ma addirittura è un vanto. E chi si pone contro il razzismo e l’omofobia viene costantemente attaccato e definito “buonista” o “comunista” (come se “comunista” fosse un insulto). E così il caro Mario ha trovato, dopo vari tentativi, il giusto filone da cui ricavare quella attenzione verso di sé che un narcisista ricerca continuamente.

Allo stesso modo Azcona ha ritenuto di poter calpestare le idee e i sentimenti religiosi di milioni di credenti per avere il suo quarto d’ora di notorietà. Perché non mi venga a dire, il cosiddetto “artista”, che la sua opera è originata da una reale voglia di battersi contro il problema della pedofilia nel clero. Conosco persone che lo fanno, persone che hanno tutto il mio rispetto e la mia stima, che giorno dopo giorno lavorano offrendo aiuto alle vittime e denunciando gli abusi, e non certo facendosi “belli” con delle opere blasfeme!

Per i credenti cattolici romani e ortodossi l’ostia consacrata è ben di più di un pezzo di pane. Durante il rito della Messa, secondo la dottrina cattolica, avviene il miracolo della Transustanziazione: l’ostia diviene veramente e sostanzialmente il corpo di Cristo, mentre il vino diviene realmente il sangue di nostro Signore. E il fatto di non crederci non dà l’autorizzazione a nessuno, artisti presuntuosi e narcisisti compresi, di violare tale sacralità per guadagnare un momento di fama. Senza considerare che la presunta opera d’arte sembra alludere al fatto che la pedofilia sia una caratteristica dei cattolici o del clero, mentre è un problema di una minoranza di membri della Chiesa. E anche se la Chiesa di Roma non è certo innocente a tal riguardo, visti i continui tentativi di coprire i fatti, anche se la Curia Vaticana si rivela, vergognosamente, più interessata a coprire gli “scandali” piuttosto che difendere le vittime degli abusi, questo non significa che tutti i cattolici siano conniventi con tali misfatti. La maggior parte dei cattolici è fatta di persone oneste e per bene, non certo di delinquenti e pedofili!

L’atto di Azcona è moralmente riprovevole e trovo assurdo che ci sia chi definisce “arte” una simile schifezza. Spero sinceramente che questo “artista” non abbia un futuro nel campo dell’arte (quella vera). Fare arte non significa offendere gratuitamente, non significa calpestare le idee altrui, non significa sfruttare un problema grave come quello della pedofilia per far parlare un po’ di sé.

Insomma, tanto Adinolfi quanto Azcona sono due esempi della decadenza del nostro piccolo mondo europeo, un mondo in cui le persone sono sempre più vuote, senza morale, senza etica, senza uno straccio di valore, ma con un grandissimo narcisismo egocentrico che spinge queste persone a far di tutto pur di far parlare di sé. E gli altri sono sacrificabili a questo unico scopo, siano essi i credenti cattolici o le persone glbt che si sentono continuamente insultare.

Non sarebbe ora di prender coscienza del problema e cercare di tornare ai valori veri del rispetto e dell’etica?

Enrico Proserpio

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