di Martina Grandori
Essere vaccinologa non è mai stato così mediatico e in un certo senso anche glamour, come da marzo 2020. Il colosso americano dei giocattoli Mattel, porta un insolito, ma efficacissimo tributo al mondo della scienza, in particolare al mondo delle scienziate donne, dedicando a Sarah Gilbert, la co-creatrice del vaccino AstraZeneca, la nuovissima Barbie vaccinologa. Una rivoluzione se si pensa che l’anno scorso era la Barbie a sembianze della top model anni Novanta Claudia Shiffer a far parlare i media. Per fortuna anche Barbie prende coscienza di quanto importante sia trasmettere alle bambine di tutto il pianeta la curiosità verso il mondo della ricerca, della scienza, dei laboratori dove si lavora assennatamente per trovare antidoti a questi nuovi virus che hanno paralizzato il mondo. Così, dopo anni di critiche perché incentivava le ragazzine a somigliare a quello stereotipo inarrivabile qual’è Barbie, emblema della non realtà, ecco il cambio di rotta con la Barbie ad immagine e somiglianza di Sarah Gilbert, e altre cinque bambole ispirate ad altrettante professioniste nelle discipline scientifico-tecnologiche dette Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Nello specifico sono: Amy O’Sullivan: infermiera americana (ha curato il primo paziente Covid a New York ed è stata intubata per quattro giorni); Audrey Cruz: dottoressa americana (in prima linea a Las Vegas contro le discriminazioni); Chika Stacy Oriuwa: psichiatra canadese (contro il razzismo nell’assistenza sanitaria); Jaquelin Goes de Jesus: ricercatrice brasiliana (ha sequenziato il genoma della variante brasiliana); Kirby White: medico australiano (ha inventato un camice chirurgico che può essere lavato e riutilizzato da chi lavora in situazioni a contatto con il Covid). Un’ottima strategia di marketing da un lato, un’ottimo incoraggiamento per le nuove generazioni – che già sono state investite dai vari movimenti per l’accettazione dire stessi, dal curvy al body positive al gender fluid – ad avvicinarsi ad ambiti scientifici e maschili come i laboratori di ricerca.
Un tributo alle nuove eroine come Sarah Gilbert, docente di vaccinologia all’università di Oxford e insignita del titolo di Dame dalla regina Elisabetta, che incarnano sicuramente la donna normale, quella che sì si cura, ma non ha l’ossessione dell’estatica perfetta da instagrammer. Mattel introduce questa nuova collezione di Barbie vaccinologhe come “un riconoscimento ai sacrifici affrontati da coloro che lavorano in prima fila per contrastare la pandemia”, niente di più azzeccato perché, tristemente, la lotta al virus non è finita.