Nei precedenti articoli abbiamo parlato dei vari tipi di rosa che potete trovare e coltivare. Oggi vediamo come si coltivano.
La coltivazione delle rose richiede alcune semplici attenzioni. Partiamo dall’impianto. Scavate una buca larga il doppio della zolla o delle radici della pianta e profonda più del necessario. Stendete uno strato di concime organico maturo (stallatico, letame, compost…) sul fondo e copritelo con uno strato leggero di terra (un centimetro al massimo). Appoggiateci sopra la pianta e coprite le radici con un miscuglio di terra e concime in ragione di due a tre (due parti di concime organico e tre di terra). Comprimete il terreno con un piede, senza premere troppo, e bagnate abbondantemente.
Se la pianta è a radice nuda potete creare un cono di terra al centro della buca per meglio adagiarci le radici. In ogni caso fate ben attenzione a che il terreno penetri all’interno delle radici stesse.
Il terreno deve arrivare fino al colletto della pianta, ovvero fino al punto in cui le radici partono dalla base del fusto.
È opportuno non riempire del tutto la buca, ma porre terriccio solo fino a uno o due centimetri dal livello del terreno. Questo faciliterà le annaffiature della pianta, necessarie soprattutto nel primo periodo dall’impianto. In alternativa si può costruire un tornello, una piccola diga, col terriccio avanzato, tutto attorno alla pianta.
La posizione ideale è in pieno sole o, al massimo, in mezzombra.
Una volta attecchita, la rosa non richiede grandi cure. Nella stagione calda state attenti a che non manchi l’acqua e annaffiate le rose al primo segno di appassimento delle foglie tenere e nuove o dei fiori. Se le piante soffrono la siccità sospendono subito la fioritura. Se volete le vostre piante sempre fiorite (le varietà rifiorenti, ovviamente) dovete tenerle bagnate.
Per avere buoni risultati è necessario anche nutrire le rose con un’opportuna concimazione. L’ideale è distribuire alla base delle piante del buon
letame maturo alla fine dell’inverno, appena prima che le piante escano dalla dormienza. Più avanti, a giugno, si può concimare di nuovo con un NPK granulare complesso, con la percentuale di fosforo e potassio più alta di quella di azoto in modo da favorire la produzione dei fiori e rinforzare la pianta.
Durante tutto il periodo vegetativo bisognerà curare i propri esemplari tenendoli puliti da foglie e rametti secchi e controllando che non insorgano malattie. Nelle varietà rifiorenti dovrete eliminare i fiori appassiti per permettere una nuova fioritura. Se non li eliminate, i fiori vanno a frutto e la pianta dedica tutta l’energia alla crescita e alla maturazione del frutto stesso. Nelle varietà non rifiorenti, invece, è meglio lasciare i fiori appassiti. I frutti che spunteranno daranno un tocco di colore all’autunno.
Le malattie che colpiscono frequentemente le rose sono poche e di facile soluzione. L’oidio e la ticchiolatura sono malattie fungine. Il primo si riconosce dalla patina bianca e polverulenta che ricopre le foglie. La seconda dalla comparsa sulle foglie di macchie nere rotonde. Si curano con appositi prodotti (gli antioidici funzionano anche sulla ticchiolatura) o, se preferite i metodi biologici, con un macerato d’aglio. Gli afidi, comunemente conosciuti come “pidocchi delle piante”, sono insetti che si nutrono della linfa delle piante. Potete eliminarli manualmente o usare un insetticida apposito. Se ne trovano vari in commercio. Un rimedio biologico assai usato è il decotto d’ortica.
Le rose si possono coltivare anche in vaso. Usate un vaso ampio e profondo, proporzionato alle dimensioni della varietà che coltivate. Usate come terriccio una miscela di terriccio universale torboso e stallatico maturo, o letame, in ragione di uno a uno. In seguito dovrete concimare la pianta con un concime liquido o granulare NPK per piante da fiore.
Nel prossimo articolo parleremo della potatura delle rose, un argomento piuttosto ampio che richiede una trattazione a sé.
A presto!
Enrico Proserpio