di Gabriele Rizza
Chiamatelo rompicapo, gioco o ripasso. Oppure, se davvero credete nella storia, nel suo ripetersi, sovrapporsi e ricongiungersi, alla fine domandatevi chi sarà il prossimo protagonista della storia d’Italia.
Dopo ogni emergenza – e il Coronavirus in quanto crisi sanitaria lo è al pari di scandali, guerre e crisi economiche – l’Italia ha sempre visto nascere una nuova stagione politica, più o meno lunga, associabile a un nome, identificandosi con esso. Mentre i politici al timone durante le crisi non sono passati alla storia. Si parte dall’inizio del novecento e si arriva fino ad oggi.
1903 – Giovanni Giolitti
Forse il meno noto, almeno per i fatti che precedettero il suo decennio da vertice della politica italiana. A fine ‘800, l’Italia attraversava una profonda crisi economica e sociale. Prima la sconfitta di Crispi in Etiopia, poi la crisi economica con l’aumento del prezzo del pane che scatenò scioperi e proteste, specie a Milano, represse con il sangue dalla gendarmeria, cui seguì l’uccisione del Re Umberto I per vendicarne le vittime. Giolitti, politico astuto e cinico, portò l’Italia dall’avere una struttura tipicamente sabauda a una più liberale, con molte ombre e poche luci. Ma dire anni dieci del novecento o Giolitti è la stessa cosa.
1922 – Benito Mussolini
Di lui se ne dice di ogni, resta e resterà il politico più famoso dell’Italia unita. Prima del suo ventennio l’Italia aveva avuto la sua “vittoria mutilata” nella Grande Guerra, sotto i governi Salandra e Boselli, poi Vittorio Emanuele Orlando che fallì ogni obiettivo al tavolo della pace a Versailles. L’élite liberale crollò sotto i colpi dell’ascesa dei partiti di massa, socialista e popolare, e della piccola borghesia in crescita che alla fine si affidò e identificò nel Duce e tramite lui, nel fascismo.
1948 – Alcide De Gasperi
Il padre della Repubblica. La storia di quel periodo è cosa nota a tutti, dalla caduta di Mussolini, all’armistizio firmato da Badoglio e il Re che gettarono nel caos più totale l’intero esercito italiano e aprì la strada alla guerra tra italiani. La Liberazione, un intero paese da ricostruire, materialmente e spiritualmente, la Repubblica in un nuovo mondo diviso in due blocchi. De Gasperi sancì la definitiva vittoria della DC sui comunisti alle elezioni del 1948. Aprì una lunga stagione chiamata “centrismo”, durata oltre la sua morte, fino al 1963.
1994 – Silvio Berlusconi
È così contemporaneo da far storcere il naso a vederlo in questa lista. Eppure senza di lui la Seconda Repubblica non sarebbe esistita. Ha segnato più di vent’anni di storia e ancora si crede in qualche suo colpo di coda. Dopo Tangentopoli e lo scioglimento della DC, ha permesso l’esistenza del bipolarismo in Italia, al pari con gli altri paesi europei, almeno fino al 2011, inizio del suo declino.
Ad oggi viviamo la fase della quarantena, in cui tutti i cittadini fanno la loro parte, come stessero al fronte. Giuseppe Conte- a cui per il bene dell’Italia auguriamo di non fare la fine di un Vittorio Emanuele Orlando qualsiasi- sembra essere sempre più gradito agli italiani. La vera sfida per lui però arriverà quando il danno economico busserà alla porta e si dovrà agire, tenendo conto della partita con l’UE. Gli italiani non sopporteranno negligenze e umiliazioni. Certo, oggi la politica consuma la storia velocemente, vedi Renzi, Grillo e forse Salvini (in calo) e magari un nome che segnerà una stagione non ci sarà. Dopo il Coronavirus, chi sarà il prossimo?