Appena ho visto apparire nelle varie edizioni dei telegiornali nazionali quell’orribile video, dove uno studente deride e sbeffeggia il suo docente in aula (con il piacere generale della classe), sono sobbalzato, a dir poco indignato, schifato e molto risentito. Cari ragazzi che vi comportate così, ma dove volete andare e cosa volete dimostrare? Il nulla, anzi, il nulla del nulla! Questa sarebbe la buona scuola? Facciamoci tutti quanti una profonda analisi, perché questo clima è preoccupante.
Ai nostri giovani, insegniamo innanzitutto il rispetto, per sé stessi e per il proprio futuro, per i compagni di classe e per la figura del docente in cattedra. Prima delle tabelline, prima della grammatica, insegniamo il senso del rispetto, perché mi sembra si stia davvero perdendo. Senza rispetto, non ci potrà essere cultura. Cultura non sono solo nozioni: la cultura è una profonda opera di apprendimento delle nozioni, unitamente al rispetto, al senso della misura, del buon senso civico, della riflessione, del senso critico generale.
Ho ascoltato le dichiarazioni, giustissime, del Dirigente scolastico dell’istituto teatro di quel riprovevole gesto di bullismo. La Scuola e le istituzioni preposte devono e ripeto, devono, dare una ferma risposta di condanna a quel gesto. Chi sbaglia, deve poter comprendere di aver sbagliato, per potersi presto ravvedere. Occorrono esempi concreti, chiari, che diano una linea guida da mantenere, affinché il rispetto reciproco tra docenti e alunni e viceversa, sia sempre garantito.
La buona scuola parte da qui: dal rispetto per ogni persona, che sia adulta e che sia più giovane. Che la società e le istituzioni scolastiche e politiche, non sottovalutino mai questi gesti perché, se non gestiti in tempo, possono essere l’inizio di una dannosa deriva. Per i nostri giovani, ma anche per il futuro della società stessa.
Alessandro Milani,
Redazione Milano.