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venerdì, 15 Novembre, 2024

LA BEFFA DELL’IDROGENO, il New York Times pubblica un rapporto molto scomodo

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di Martina Grandori

L’idrogeno verde è un alleato importante nella decarbonizzazione di alcuni settori, fondamentale per la tanto discussa transizione energetica di cui si dibatte quotidianamente, addirittura l’idrogeno verde potrebbe coprire entro il 2050 fino al 24% della domanda finale di energia e creare 5,4 milioni di posti di lavoro, oltre a contribuire al totale riduzione di 560 milioni di tonnellate di CO2. Però ora si inizia a parlare dell’effettiva “neutralità ambientale” di questo gas che secondo studi non è affatto così green come invece si predica. Il più leggero elemento della tavola periodica, più dell’aria, vettore energetico perché da solo non produce energia, ha bisogno di altra energia per potersi trasformare in energia ed è in questo particolare che si annida l’insidiosa problematica.

È altamente infiammabile, il che rende difficile trasporto e stoccaggio, inoltre è stato dato per certo che il 3,5% dei vari gas vada disperso in atmosfera durante tutto il processo processo di estrazione, il che fa concludere gli scienziati che il footprint dell’idrogeno è superiore per il 20% di quello del gas naturale e perfino del carbone bruciato. Emergono così molti dubbi in merito alla sostenibilità della sostanza più abbondante nell’universo, da quanto riporta uno studio  Lo studio condotto dai ricercatori delle Università Cornell e Stanford, pubblicato di recente sul quotidiano americano New York Times, potrebbe essere causa di molte emissioni di metano, quindi di CO2, quindi di gas serra, il motore catastrofico del surriscaldamento della Terra, estrarlo richiede una quantità di energia assolutamente non sostenibile. In questi anni, a seguito del grande processo di decarbonizzazione su cui i potenti del mondo stanno, si è parlato molto di idrogeno blu, ma fra emissioni, dispendio di energia, costi elevati e il +20% come impatto rispetto alla normale combustione di carbone o gas naturale fa rivedere il tutto sotto un’altra ottica.

Secondo il pool di scienziati delle Università Cornell e Stanford bisogna quindi pontare sull’idrogeno verde, cioè quello che deriva da energie rinnovabili, elemento chiave in questa transizione perché ottenuto da fonti pulite come l’eolico o il solare, l’idroelettrico. 

Il rapporto fa riflettere, è già nelle mani delle Nazioni Unite e si preannunciano tempeste.

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