L’Italia “non ha fatto tangibili progressi rispetto alla raccomandazione della Commissione Ue” di far scendere il deficit, rimasto al 3% nel 2013 contro il 2,6% raccomandato dall’Europa. Lo scrive la Bce, chiedendo che Roma faccia “i passi necessari” per rientrare nel deficit e assicuri che il debito sia messo “in traiettoria discendente”.
Dal Tesoro però arriva subito una precisazione agli appunti di Francoforte: le indicazioni della Bce non sono una risposta al piano presentato da Renzi. “Il bollettino è una pubblicazione programmata e quindi non è una risposta agli annunci del governo – dicono al ministero -. Certamente con la Bce ci sarà modo di confrontarci e di spiegare le strategie di medio periodo che l’Italia intende perseguire”.
E, se sul fronte conti da Francoforte arriva una doccia fredda per l’Italia, anche per gli altri Stati dell’Eurozona ci sono pesanti moniti. Nel suo bollettino mensile infatti la Bce invita i Paesi a risanare il bilancio “con una composizione dell’aggiustamento favorevole alla crescita”, ritenendo “opportuno che le autorità nazionali procedano nella risoluta attuazione di riforme strutturali” mirate “ad agevolare l’attività imprenditoriale e promuovere l’occupazione, affinché aumenti il potenziale di crescita”.
Ma, se la Bce resta molto severa con il nostro Paese, Bruxelles “accoglie con favore le riforme” annunciate da Renzi e “le valuterà non appena avrà i dettagli legislativi”, ma ricorda “l’importanza di rispettare le regole del Patto di stabilità, cioe’ il pareggio in termini strutturali e mantenersi in regola con le normative relative al debito”, come ha detto il portavoce di Olli Rehn.
Vengono inoltre giudicate “appropriate” le misure annunciate sul lavoro “vista l’elevata disoccupazione dei giovani”, sempre secondo le parole del portavoce di Rehn.
La Banca centrale europea ha rivisto lievemente in meglio le stime di crescita dell’Eurozona, portandole all’1,2% per il 2014, all’1,5% per il 2015 e all’1,8% per l’anno successivo. Le stime di tre mesi fa indicavano un Prodotto interno lordo in crescita all’1,1% quest’anno e all’1,5% il prossimo.
Francoforte dice poi che in Italia, Spagna e Malta il bilancio strutturale quest’anno dovrebbe migliorare “in qualche misura più di quanto atteso nell’autunno 2013, anche se pur sempre meno dei requisiti posti dal Patto di stabilità”. Il riferimento è ai dati della Commissione europea. Gli esperti notano che, nel complesso dell’Eurozona, il miglioramento strutturale sarà pari “solo allo 0,13% del Pil”, appena un quarto dello 0,5% previsto dal Patto. In altri sette Paesi (Belgio, Germania, Estonia, Francia, Lussemburgo, Olanda e Slovenia) il bilancio strutturale “dovrebbe migliorare meno o peggiorare più” di quanto atteso in autunno.
Francoforte si attende che l’inflazione dell’Eurozona “nei prossimi mesi si attesti in prossimità dei livelli attuali”, per aumentare gradualmente verso il 2% nel medio-lungo termine. In tale quadro, la Bce dice di essere “fermamente determinata” a mantenere i tassi bassi e a intervenire ulteriormente se necessario. Nel dettaglio, i prezzi sono attesi all’1% nel 2014, all’1,3% nel 2015, all’1,5% nel 2016. Le stime precedenti indicavano invece l’1,1% per il 2014 e l’1,3% per il 2015.
La Critica