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mercoledì, 18 Dicembre, 2024

Knitherapy: quando fare la maglia diventa terapeutico

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di Martina Grandori

Knitherapy: la lanaterapia

Migliora l’umore, l’autostima, fa diminuire la tensione muscolare, addirittura la si paragona ad una seduta di meditazione tanto può cacciare brutti pensieri, abbassare i battiti cardiaci e pressione sanguigna. È la knitheraphy, il lavorare a maglia, l’antidoto a stress e ansia, utilissimo in questo anno di pandemia perché coinvolgendo entrambi gli emisferi cerebrali, richiede concentrazione, impegno e implicitamente il rilassamento diventa simile alla meditazione.

Ma non solo mindfulness, sferruzzando si può molto di più: solidarietà, economia circolare e supporto al Made in Italy grazie a Gomitolorosa, onlus nata nel 2012 da un’idea del dott. Alberto Costa, oncologo riconosciuto a livello internazionale per il suo contributo all’avanzamento della cura dei tumori al seno.

Mindfulness e sostenibilità

Un progetto illuminato che attinge da un prodotto italiano poco valorizzato – la lana autoctona – che viene bruciato perchè oggi solo l’1% dei capi è in pura lana, un dato allarmante, oggi ci si veste con fibre sintetiche. Biellese, abruzzese, sarda: la lana italiana che dava lavoro alle famiglie italiane, esempio di economia circolare, oggi viene esportata in Pakistan per farne tappeti o bruciata con conseguenze impattanti sull’ambiente.

Ma grazie a Gomitolorosa al gruppo di fondatori, tutti appartenenti a famiglie storiche biellesi con il DNA della lana nel sangue, qualcosa è cambiato. In pochi sanno che smaltire la lana è complicato, si brucia ma poi ci vogliono mediamente 100 anni prima che venga assorbita, un rifiuto speciale difficile e costoso da smaltire che con questo progetto di Gomitolorosa e i suoi 1500 volontari promette una nuova vita al filato, diventando esempio di economia circolare dove un rifiuto si trasforma in un manufatto solidale e pro-natura.

Oggi Gomitolorosa conta su una produzione di gomitoli in pura lana vergine italiana certificata in 15 colori, a disposizione nelle sale d’attesa degli ospedali, breast center e altre strutture (in tutta Italia) aderenti al progetto di lanaterapia, il tutto con l’aiuto di volontari che sanno lavorare a maglia. Purtroppo la pandemia ha bloccato l’attività dei volontari negli ospedali, ma la onlus si sta attrezzando per la distribuzione di kit individuali, un modo per non perdere il filo, il filo che unisce e da speranza.

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