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sabato, 16 Novembre, 2024

IUS SOLI E VOTO AI SEDICENNI. La strategia sbagliata di Letta e dei liberal

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di Gabriele Rizza

Enrico Letta è il nuovo segretario del Partito Democratico, a poco sono servite l’opposizione e le rimostranze delle sardine, il che lascia intendere il vuoto culturale all’interno della compagine erede di quella che fu la sinistra italiana, poiché se il rinnovamento passa da una sorta di movimento che nemmeno ha il coraggio di entrare nel PD, semplicemente vuol dire che le idee non ci sono e nemmeno le persone.

Il governo Draghi imponeva un cambio di lettura e uno smarcamento dagli ultimi due anni: andava bene la narrazione di Zingaretti con la sua “alleanza organica” con il M5S finché si era in due al governo e andavano tenuti a basa i rivali “sovranisti”, poi quando la famiglia si è allargata – includendo gli stessi sovranisti – diventava conveniente dare segnali di piena indipendenza e caratura istituzionale, così si spiega l’entrata in scena di Letta. Il neo segretario doveva in ogni caso “dire qualcosa di sinistra” per accontentare i fan di Zingaretti e tutti coloro alla sinistra del PD, e così si è attenuto al collante ideologico della sinistra italiana da dieci anni a questa parte: ius soli e diritto di voto ai sedicenni. Chi sperava in concetti come lavoro e diritti sociali è rimasto deluso e a bocca asciutta, e magari continuerà a votare Lega o Fdi anche se è operaio e in passato votava il PCI.

Nelle parole di Enrico Letta non c’è solo il contentino alla sinistra liberal. La sua fede nella proposta di far votare i sedicenni è già nota alla stampa: nel 2019 espresse questa ipotesi “per andare incontro ai ragazzi di Greta”. Oltre l’idea però, c’è anche la convinzione di ottenere dei vantaggi. Infatti, grazie a ius soli e voto agli adolescenti, la sinistra libera crede di ottenere un bacino elettorale molto favorevole, perché i giovanissimi e i figli degli immigrati vengono ritenute fasce di popolazione più progressiste rispetto ad altre. È un classico del pensiero “infantil – progressista”, lo stesso che propone di limitare il voto a chi non ha un percorso di studi adeguato o di farlo valere doppio per chi ha laurea e master, magari triplo se fatto alla Bocconi.

Non inizia bene Letta, semplicemente perché le sue proposte non tengono conto della realtà: gli immigrati e i loro figli sono spesso molto più tradizionalisti e conservatori degli autoctoni e alla lunga il loro voto potrebbe andare a chi punta di più su tematiche come sicurezza e famiglia, anziché gender free e utero in affitto. Mentre i giovanissimi non sono solo di Greta e sono più volubili di quanto si creda, non controllabili da eventuali e semplici sondaggi.

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