Il convegno, svoltosi sabato 21 a Palazzo della Regione Lombardia, organizzato dal Parlamentare Europeo Stefano Maullu, dal titolo Europa e Russia: quali rapporti?
La decisione della UE, di intervenire sulla Federazione Russa attraverso le risapute sanzioni economiche ha causato una risposta politicamente scontata. Il blocco economico messo in atto dalla Russia ha causato un danno all’Italia di circa 1 miliardo di euro fino ad oggi. Il nostro paese eccelle nei settori più colpiti: l’agroalimentare e il manifatturiero, delle piccole e medie imprese. Inevitabili le ricadute sull’occupazione, solo nel comparto calzaturiero in un anno e mezzo hanno chiuso 900 aziende e 1500 dipendenti hanno perso il posto di lavoro. La Regione Lombardia ha sottoscritto degli accordi economici con la Russia che aggirano l’embargo: infatti il 92% delle imprese lombarde che aprono in Russia hanno successo.
L’embargo e il crollo del prezzo delle materie prime ha spinto la Federazione Russa a cambiare la politica economica attraverso lo sviluppo dell’industria locale. Le capacità degli imprenditori italiani sono molto apprezzate dai russi per creatività, flessibilità e duttilità, chiedendoci di portare in Russia tutta la filiera produttiva. Tutto ciò per noi rappresenta una nuova grande sfida che, se accettata, porterebbe le nostre piccole e medie imprese a trasformarsi in multinazionali e porterebbe l’avvio alle joint-venture. Non dovremmo perdere l’opportunità di inserirci nel tessuto produttivo/imprenditoriale russo per non farci anticipare dai competitors.
Il Parlamento Europeo non ha nessuna intenzione di favorire le relazioni con la Russia il cui popolo è molto orgoglioso e se i loro leaders anche dopo il regime sanzionatorio dessero indicazione di continuare il loro blocco nei confronti della UE, verranno sicuramente ascoltati.
La politica delle sanzioni verso la Federazione Russa fu caldeggiata dagli USA alla UE, il cui parlamento è succube della Germania.
Il Governo Renzi, non eletto, è molto debole in seno all’Unione Europea. Contrariamente, il Presidente Berlusconi, nel 2011, allora Premier di un Governo eletto regolarmente, fu l’unico a contrastare la Germania nella sua imposizione di leader Europeo. A causa di ciò Berlusconi passò per quello antieuropeista convinto, ma fu l’unico ad aver capito cosa andava profilandosi.
Valerio Anglani