Roma, 3 feb. (askanews) – “I dati di fine anno confermano le nostre previsioni: l’occupazione non si crea per legge. Finora, il migliore risultato del Jobs Act è stato un’imponente trasformazione di rapporti di lavoro a tempo determinato e di collaborazioni a progetto spurie, in contratti a tempo indeterminato. Peraltro, sembra sempre più evidente che questa ingente conversione di rapporti di lavoro sia stata l’esito del robusto bonus della legge di stabilità dell’anno scorso, più che dalle nuove regole del contratto a tutele crescenti”. Lo dichiara in una nota Mariastella Gelmini, vice capogruppo vicario di Forza Italia.
“Con un insostenibile costo di 10 miliardo l’anno, nel 2015 questo sgravio – aggiunge – ha creato appena 109.000 posti di lavoro in più rispetto al 2014, meno dei 168 mila del 2014 con un Pil a -0,4%. A ben guardare i numeri, poi, il Jobs Act non ha creato nemmeno occupazione stabile, visto che le assunzioni a tempo determinato continuano ad aumentare molto più che quelle a tempo indeterminato – + 4,9% a fronte di uno +0,9% delle assunzioni permanenti – con un tasso di disoccupazione giovanile drammaticamente stabile appena sotto il 40% Se questi sono gli effetti del Jobs Act, che ora si intende estendere anche agli autonomi, forse andrebbe ripensato l’approccio del Governo alle riforme, soprattutto di quella del mercato del lavoro in cui continua a mancare all’appello un moderno sistema di politiche attive del lavoro che consenta alle persone che escono dalla condizione di inattività di trovare una nuova collocazione”, conclude Gelmini.
“Con un insostenibile costo di 10 miliardo l’anno, nel 2015 questo sgravio – aggiunge – ha creato appena 109.000 posti di lavoro in più rispetto al 2014, meno dei 168 mila del 2014 con un Pil a -0,4%. A ben guardare i numeri, poi, il Jobs Act non ha creato nemmeno occupazione stabile, visto che le assunzioni a tempo determinato continuano ad aumentare molto più che quelle a tempo indeterminato – + 4,9% a fronte di uno +0,9% delle assunzioni permanenti – con un tasso di disoccupazione giovanile drammaticamente stabile appena sotto il 40% Se questi sono gli effetti del Jobs Act, che ora si intende estendere anche agli autonomi, forse andrebbe ripensato l’approccio del Governo alle riforme, soprattutto di quella del mercato del lavoro in cui continua a mancare all’appello un moderno sistema di politiche attive del lavoro che consenta alle persone che escono dalla condizione di inattività di trovare una nuova collocazione”, conclude Gelmini.