6.4 C
Milano
lunedì, 18 Novembre, 2024

ISRAELE: SI ALZA IL LIVELLO DI ALLERTA NEL NORD. Si teme una rappresaglia di Hezbollah dopo un raid aereo contro un convoglio di armi

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

Dopo che Hezbollah ha minacciato ritorsioni contro Israele in seguito al suo presunto ruolo in un raid aereo contro un convoglio di armi al confine tra la Siria ed il Libano, il Comando del Nord dell’IDF ha deciso mercoledì sera di aumentare lo stato di allerta per le forze di stanza lungo il confine con il Libano, temendo fuoco di rappresaglia. Gli agricoltori, i cui terreni sono vicino alla frontiera, sono stati invitati a non avvicinarsi alla linea di confine.

Intanto il quesito “cosa fa l’ONU  con la missione Unifil pagata anche da noi italiani e tanto voluta da quel ministro degli esteri  italiano (D’Alema) che passeggiò sotto braccio al capo dei terroristi di Hezbollah?” pare più che lecito.

Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, a Washington D.C., il segretario di stato John Kerry, in una intervista all’MSNBC, affronta indirettamente il tema del raid israeliano e ammette che gli Stati Uniti erano già al corrente del contrabbando di armi tra la Siria ed il Libano e continua dichiarando che la Casa Bianca si rende perfettamente conto che questo passaggio di armi dalla Siria verso gli Hezbollah libanesi costituisce un grave problema per la sicurezza di Israele. A tal proposito gli Stati Uniti vogliono includere anche Israele nei colloqui per affrontare la crisi siriana.

Gli Stati Uniti d’America si rendono perfettamee conto che la guerra civile che si è innescata in Siria (voluta anche dai consiglieri di Obama apparteneti ai Fratelli Musulmani, lo ricordiamo) sta mettendo sotto pressione tutti i Paesi confinanti come la Giordania, il Libano e la Turchia, oltreché Israele, pertanto tutti questi paesi verranno coinvolti nei prossimi tavoli di trattativa per la soluzione della crisi della Siria. Infine, conclude Kerry, il presidente Barack Obama, sta vagliando varie opzioni per risolvere la situazione in Siria.

Ora quali siano le opzioni che Obama stia vagliando non ci è dato saperlo ma è certo che, con molta probabilità, vista la politica estera condotta dalla Casa Bianca durante il suo mandato, non escluderei che un’altra parte del mondo verrà resa instabile e donata a qualche gruppo fondamentalista islamico o a qualche partito neonazista come Svoboda, responsabile di vari attacchi, avvenuti negli ultimi giorni alla comunità ebraica di Kiev, e di un attacco ad una sinagoga. Ucraina, caro Obama, docet.

Gian Giacomo William Faillace

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img