Secondo il vice primo ministro della turco, Israele e Turchia potrebbero firmare un accordo di compensazione per l’incidente della Mavi Marmara già il prossimo mese. Bulent Arinc ha detto che Israele ha consegnato il testo riconciliazione finale, con una cifra monetaria il mese scorso, inoltre ha aggiunto che l governo turco avrebbe riaperto la valutazione del documento e di trasformarlo in un accordo ufficiale da sottoporre ai due paesi per l’approvazione.
Dopo aver firmato l’accordo, Israele e la Turchia potrebbero normalizzare i rapporti con relativo scambio di diplomatici.
La Turchia aveva interrotto i rapporti diplomatici con Israele e poi espulso l’ambasciatore di Israele nel 2010 dopo l’incidente della flottiglia, in cui le truppe israeliane avevano ucciso nove cittadini turchi negli scontri durante il tentativo di fermare la Mavi Marmara che voleva rompere il blocco israeliano di Gaza . Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto scusa al primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan lo scorso marzo, dopo che i rappresentanti dei paesi si sono incontrati per colloqui di riconciliazione.
Ricordiamo comunque che durante il tentativo di bloccare la Mavi Marmara, appena i militari israeliani salirono a bordo, dieci di essi vennero feriti dai “pacifisti disarmati”, che tanto disarmati poi non erano, ed i militari israeliani agirono per legittima difesa. La Comunità internazionale ha comunque chiuso gli occhi sull’aggressione dei pacifisti nei confronti dei militari israeliani e hanno taciuto sul fatto che, gli organizzatori della flottiglia della pace, sono stati arrestati dalla polizia turca per legami con Al-Qaeda.
Inoltre, stando agli atti del Parlamento Europeo, l’europarlamentare olandese daniel Van der Stoep, ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui si esprime preoccupazione sul fatto che a partecipare alla ”flottiglia” vi sono numerosi membri di Hamas.
Nell’interrogazione si legge a chiare lettere: ” Gli almeno1 000 partecipanti alla flottiglia, che con le sue 15 navi sarà più grande della prima, cercano di mantenere l’apparenza di avere solamente «scopi umanitari»: vorrebbero sfondare il blocco marino israeliano e quindi fornire aiuto umanitario alla popolazione a Gaza. Niente di meno vero. La partecipazione di Hamas prova che la flottiglia costituisce una provocazione, se non una dichiarazione di guerra diretta a Israele; i cosiddetti «scopi umanitari» cercano di mascherarlo al mondo esterno.
Scandaloso è inoltre il fatto che la Turchia, un paese candidato all’adesione all’Unione europea, permetterà alla flottiglia di salpare. In questo modo la Turchia sostiene l’organizzazione terroristica di Hamas e prova che non potrà mai diventare un membro dell’UE.
1. È la Commissione a conoscenza del fatto che la seconda flottiglia, vista la partecipazione di Hamas, ha solamente finalità terroristiche contro Israele? In caso negativo, per quale motivo?
2. È la Commissione disposta a riconoscere che la flottiglia costituisce una provocazione, se non una dichiarazione di guerra rivolta a Israele, e che pertanto non deve più essere chiamata «flotta della pace»? In caso negativo, per quale motivo?
3. È la Commissione consapevole del fatto che la Turchia sostiene l’organizzazione terroristica di Hamas, in quanto permette alla flottiglia di salpare per Gaza? In caso negativo, per quale motivo?
4. È la Commissione disposta a riconoscere che la Turchia, a causa del suo sostegno alla flottiglia e ad Hamas, non potrà mai diventare un membro dell’UE e che quindi tutti i negoziati con la Turchia devono essere bloccati immediatamente? In caso negativo, per quale motivo?
5. Concorda la Commissione sul fatto che i cittadini dell’UE che saranno a bordo della flottiglia debbano essere perseguiti per la partecipazione o il sostegno a un’organizzazione terroristica? In caso negativo, per quale motivo?
6. Conviene la Commissione sul fatto che debba essere negata qualsiasi forma di assistenza consolare ai cittadini dell’UE che sono arrestati a seguito della loro partecipazione alla flottiglia? In caso negativo, per quale motivo?
La risposta alla suddetta interrogazione fu: “Per quanto riguarda il caso specifico della Turchia, è previsto, in quanto paese candidato, ad allineare progressivamente le sue politiche nei confronti dei paesi terzi e le sue posizioni in seno alle organizzazioni internazionali, con le politiche e le posizioni adottate dall’Unione europea e dai suoi Stati membri. Sulla questione della flottiglie, l’UE non dispone di informazioni su supporto ufficiale previsto o autorizzazione da parte del governo turco, ma va ricordato che il governo turco non ha autorizzato o sostenere la prima flottiglia nel 2010.
Se così fosse, perché la Turchia espulse l’Ambasciatore di Israele? Perché congelò i rapporti diplomatici con lo Stato Ebraico? Perché chiede un risarcimento danni oltreché le scuse da parte del Governo di Israele?
Come al solito l’Unione Europea riesce a fare il leone coi suoi cittadini-sudditi e riesce a malapena ad emetter un belato difronte ai suoi futuri califfi.
Gian Giacomo William Faillace