Mentre i colloqui di pace, che sarebbe meglio definirli colloqui ricattatori conto Israele, sono arrivati ad uno stallo. Circa una settimana dall’Autorità palestinese guidata da Abu Mazen ha firmato un accordo con il gruppo terroristico Hamas che controlla gaza. Definire l’accordo tra ANP e Hamas non è certo da considerarsi passo in avanti verso la pace se si considera che Hamas è il principale sostenitore della tesi che Israele vada completamente distrutto con tutto il suo popolo.
Intanto la voglia di pace palestinese si è fatta sentire nei giorni scorsi regalando, la sera di giovedì scorso, un missile lanciato da Gaza e che si è abbattuto, senza causare danni a cose e persone, in un’area aperta di Eshkol.
Sempre il due maggio, il pacifismo dell’inesistente popolo dell’altrettanto inesistente Stato di Palestina, ha armato d’amore il coltello di un infame e vigliacco rappresentante della Palestina, leggasi terrorista, e a dimostrare la sua voglia di pace ha accoltellato a morte un ragazza israeliana di 20 anni. Il corpo della ventenne, Shelly Dadon, israeliana, residente presso Afula, è stato trovato nel parcheggio dove è stata barbaramente uccisa, per mano palestinese, presso la cittadina Migdal HaEmek.
Ovviamente per questi episodi, nessuno ne ha parlato. In effetti è vero: si deve parlare solo dei morti di seria A, quelli palestinese, e solo delle risposte israeliane contro i terroristici, risposte militari che servono al nobile principio della salvaguardia della sicurezza di civili innocenti dagli attacchi vigliacchi dei terroristi islamici. Non esistono, tranne che per i pennivendoli venduto ormai ad un codice deontologico islamo-comunista, morti di serie A e di serie B: sono sempre vite umane e come tali vanno rispettate. Ecco la differenza tra alcuni liberi giornalisti ed i pennivendoli islamo-comunisti: noi rispettiamo la vita a prescindere, voi solo quella della parte che vi paga e vi piega, soprattutto piega.
Lasciando solo geograficamente Israele ed i territori contesi diamo uno sguardo a ciò che avviene, ma trasmesso dal network Al Jazeera in tutto il mondo, a casa nostra.
“Torneremo al mare di Jaffa, alle spiagge di Haifa, alle palme di Beit Shean e alle colline di Lod e Ramla [tutte località israeliane]. Nella benedetta moschea di al-Aqsa, noi attendiamo le legioni dei conquistatori: attendiamo gli eserciti dalla Tunisia, dalla Giordania, dall’Egitto, dall’Iraq, dal Maghreb e dall’Hijaz“.
Lo ha detto l’imam della moschea al-Aqsa di Gerusalemme, Raed Al-Danna, intervenendo lo scorso 27 aprile a un convegno islamico tenuto a Milano e trasmesso dalla tv Al-Jazeera. “Attendiamo un capo musulmano la cui voce aneliamo ascoltare che gridi agli eserciti di liberazione nel cortile di al-Aqsa: dovete dire la preghiera del pomeriggio solo a Safed, Haifa o Jaffa; dovete dire la preghiera del pomeriggio solo a Lod e a Ramla”. “A Gaza ci sono uomini grandi e fieri, con i piedi ben piantati nel terreno, che hanno capito che l’oscurità e lo stato ebraico svaniranno, e che il sole del mattino sorgerà sulla Palestina”.
Chiaro esempio di discorso improntato verso la pace e la pacifica convivenza tra popoli.
In ultimo, non posso non dare spazio alle farneticazioni di un noto politico italiano che paragona un terrorista palestinese ad un terrorista sudamericano, ma che lui vede come un eroe, non sapendo o facendo finta di non sapere, che quel terrorista, quando col suo compagno Fidel, rovesciò il governo cubano di batista, istituì dei veri e propri campi di concentramento e di rieducazione per i gay.
Ebbene si, cari lettori, il politico italiano in questione è Niky Vendola! Quelche giorno fa, con le lacrime si è presentato in Israele e si è recato presso la tomba di Arafat, dopodiché, durante un colloquio con le autorità della Palestina ha paragonato Marwan Barghouti al Che Guevara, non entro comunque nel merito, se si considera che Ernesto Che Guevara non era certo un democratico ma quella è un’altra storia.
Marwan Barghouti, classe 1959, laureato è uno dei maggiori e sanguinari terroristi palestinesi, arrestato e detenuto in un carcere di massima sicurezza israeliano.
Condannato il 20 maggio 2004 per cinque omicidi provocati da un gruppo armato, fra cui quello di un monaco greco-ortodosso, e di tre altri attentati: uno a nord di Gerusalemme, uno a Tel-Aviv e un altro in Cisgiordania.
Barghouti è anche dichiarato reo d’un tentato omicidio per un attentato suicida sventato dalle forze di sicurezza israeliane. Per contro, egli dichiara di essere innocente dei capi d’imputazione elevati contro di lui. È dichiarato colpevole di 21 capi d’imputazione per omicidio, avvenuti nel corso di 33 attentati. Il 6 giugno, Barghouti è condannato a cinque ergastoli per i cinque omicidi di cui è stato dichiarato colpevole.
Ovviamente buona parte delle sue vittime erano innocenti civili israeliani.
Oggi questo terrorista sanguinario è diventato, insieme ad altre centinaia di terroristi palestinese, moneta di scambio per una pace che nella realtà i palestinesi non vogliono.
Gian Giacomo William Faillace