di Veronica Graf
I mesi più indicati per viaggiare verso le “Virgin British Islands” sono proprio gennaio, febbraio e marzo, verso luoghi incantati dove si può trovare un vero e proprio paradiso anche nel periodo invernale!
Isole per gli appassionati della vela, con spiagge candide e acque blu per le immersioni tra coralli, pesci di mille colori e relitti di antiche navi.
Nelle Isole Vergini Britanniche il sole splende tutto l’anno e le temperature durante il giorno oscillano tra 22 e i 31 gradi e durante la notte scendono a 20.
La presenza dei venti Alisei garantisce temperature gradevoli durante tutto l’anno.
Il periodo migliore per visitare le Isole Vergini Britanniche è quello che va da dicembre ad aprile, in cui il clima è più secco e meno caldo.
Per l’entrata serve un passaporto con almeno 6 mesi di validità e dall’Europa non esistono voli diretti per le Isole Vergini Britanniche: è obbligatorio quindi uno scalo a Porto Rico, Sain Martin o Antigua.
Le isole dell’arcipelago sono tutte collegate tra loro da un servizio di traghetti di linea, ma è un’esperienza indimenticabile raggiungere tutte le isole in barca a vela.
Ci sono davvero tante cose da vedere nelle Isole Vergini Britanniche: l’atollo corallino di Anegada, l’isolotto Jost Van Djick che prende il nome dal pirata, l’isola di Virgin Gorda, dove si trova la spettacolare spiaggia di Baths (le terme), e poi l’isola di Tortola, dove si trova la capitale Road Town.
Ci sono delle spiagge meravigliose, tra le più belle ci sono la già citata The Baths, a Virgin Gorda, dove si trova anche il Devil’s Bay National Park (scenario caraibico da favola), Savannah Bay e Spring Bay. E che dire di White Bay a Jost Van Dyke?! E ancora, Tortola, dove potrete ammirare Smuggler’s Cove, Cane Garden Bay e Brewers Bay. Ad Anegada Loblolly Beach e Crow Wreck Beach.
Le isole Vergini Britanniche però non sono note solo per le spiagge, infatti, sono tantissime le cose da vedere nella capitale Road Town: c’è il Virgin Island Folk Museum, dedicato alle tradizioni popolari locali, il Fort Burt (forte coloniale del XVIII secolo, oggi trasformato in hotel) e la chiesa anglicana di Saint Phillip, la chiesa africana risalente alla prima metà del XIX secolo, utilizzata prevalentemente dagli schiavi africani delle Isole Vergini Britanniche.
Proprio nell’isola di Tortola si trovano la Callwood Rum Distillery, una distilleria storica ancora funzionante; mentre a Cane Garden Bay, il North Shore Shelle Museum a Carrot Bay e il Fort Recovery (fortezza del XVII secolo adibita a ricovero di soldati feriti o malati).
Molto belle anche le Isole Vergini Britanniche meridionali, visitabili soltanto in barca. A Norman Island si trovano le Grotte del Tesoro, una serie di grotte per tre quarti fuori dall’acqua e facilmente esplorabili con lo snorkeling. Secondo una leggenda, qui, negli anni ‘50 del secolo scorso è stato trovato un tesoro. La spiaggia di Indians, amatissima da sub e appassionati si snorkeling per la fauna marina e per i coralli.
Ci sono poi vari eventi da non perdere come la Summer Fest, la festa dell’estate, considerata la versione locale del carnevale, anche se di fatto celebra la liberazione degli schiavi africani delle isole. Mentre in primavera (ad aprile), tra gli eventi di rilievo, c’è la Annual Spring Regatta a Road Town, per gli amanti della vela, mentre per la HIHO Races tra giugno e luglio le isole subiscono l’invasione dei surfisti.
La cucina e la sua tradizione nelle Isole Vergini Britanniche è inevitabilmente legata ai prodotti del mare.. gamberi, calamari e aragoste vengono cucinati con spezie, salsa di burro e latte di cocco e salse alle erbe, o quelle al curry e ananas che accompagnano la carne di maiale. Il pesce viene servito su foglie di banano. Non si può lasciare le Isole Vergini Britanniche senza portarsi via un souvenir per ricordare una vacanza da favola.
Meravigliosi i manufatti artigianali, mix di cultura africana e haitiana come terrecotte, sculture e gioielli d’ambra.