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lunedì, 1 Luglio, 2024

Islam e nazismo durante la seconda guerra mondiale

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Di Vito Foschi

La seconda guerra mondiale nasce come guerra europea per poi diventare globale coinvolgendo nazioni e popoli in ogni parte del globo, alcuni in misura minore, altri in misura maggiore. A questo destino non è sfuggito il mondo arabo che vi ha colto l’occasione per cercare l’indipendenza dalle potenze coloniale e perseguire propri progetti politici. Non dimentichiamo che all’epoca erano ben solidi gli imperi coloniali europei.

Una vecchia regola della real politik, non sempre foriera di ricadute positive, è quelle che recita che “il nemico del mio nemico è mio amico” e perciò il mondo arabo e l’islam più in generale trovò naturale associarsi al nazismo e fascismo in funzione anti inglese e anti francese. Al di là della contingenza politica immediata c’erano delle affinità ideologiche che ne hanno fatto un’alleanza ben più consistente di quella che si può immaginare. È un argomento che storiograficamente non è stato molto studiato, ma in ogni caso esistono informazioni sufficienti per farsene un’idea.

È inutile nascondere che oltre all’ostilità verso inglesi e francesi da parte di nazisti e musulmani, l’altra grande affinità fra le due ideologie era l’antisemitismo. Hitler e Himmler ammiravano dell’islam il fatto di essere una religione combattente al contrario del cristianesimo che predica amore e fratellanza fra gli uomini. I rapporti fra arabi e nazisti non furono sempre improntati al reciproco rispetto perché la teoria razziale di Hitler poneva gli arabi fra le razze inferiori. Esisteva questa ambiguità di fondo da parte dei nazisti nei confronti dell’Islam, da una parte ammirazione per la bellicosità, dall’altro astio verso quelli che consideravano una razza inferiore. Questo non ha impedito che gli arabi che collaboravano con il Terzo Reich fossero trattati con rispetto e persino premiati come lo fu Amin al-Husseini, Gran Mufti di Gerusalemme che ottenne lo status di ariano onorario per la sua collaborazione con la Germania nazista. Quest’ultimo è una figura importante del nazionalismo arabo che combatté fortemente l’idea di uno stato ebraico in Palestina e considerato uno dei padri dell’attuale fondamentalismo islamico. Quello che lo legava al nazismo oltre alla comune avversione per il Regno Unito era un forte antisemitismo.

Un’altra figura importante del nazionalismo arabo fu Rashid Ali al-Kaylani che fu un importante politico nell’Iraq sotto protettorato britannico, che quando fu eletto primo ministro cercò di appoggiare le potenze dell’Asse cercando di opporsi all’Inghilterra. Nel 1941 partecipò al colpo di stato del cosiddetto “Quadrato d’oro” e pose inizio a quella che fu la guerra anglo-irachena. Gli inglesi ebbero facilmente la meglio e fecero tornare sul trono la dinastia ascemita. Rashid Ali al-Kaylanisi si rifugiò a Berlino dove fu accolto da Hitler e riconosciuto come rappresentante del governo iracheno in esilio. I due uomini politici arabi, nonostante fossero a conoscenza della presenza di prigionieri arabi In Germania non fecero nulla a loro difesa.

Amin al-Husseini contribuì al reclutamento di soldati musulmani arabi e non arabi comprese tre divisioni di SS di bosniaci musulmani. Nella sua politica panislamista era previsto l’omicidio sistematico di chi si opponeva al progetto fosse esso stesso uno islamico e pertanto negli anni Trenta del secolo scorso oltre ad organizzare delle rivolte anti inglesi in Palestina, creò delle squadre di assassini che colpivano le autorità locali che non collaboravano con il suo progetto. Fu tra i primi aderenti del movimento della Fratelli musulmani. Fatto importante per la storia contemporanea, l’uomo fu lo zio di Yasser Arafat con cui aveva stretto un profondo legame.

Da documenti scoperti dagli alleati, i nazisti avevano progettato la liberazione della Palestina dagli inglesi e la successiva eliminazione degli ebrei e Amin al-Husseini sarebbe stato una delle figure chiave di quest’ultimo proposito. Chiudiamo questi brevi note con una curiosità. Nel testamento di Hitler, il Fuhrer si lamentava di non aver potuto sobillare la popolazione araba contro inglesi e francesi perché gli italiani avevano colonie in Africa e ciò avrebbe potuto avere conseguenze negative per l’alleato italiano.

Abbiamo illustrato brevemente l’argomento che meriterebbe una maggiore attenzione, ma sicuramente abbiamo messo in evidenza accadimenti spesso trascurati sui tanti della seconda guerra mondiale.

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