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venerdì, 29 Novembre, 2024

INTERVISTA IMMAGINARIA A SCALFARI. Alla sua maniera, alle sue condizioni

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Attenzione: nella piena tradizione de La Repubblica questo colloquio si basa sulla mia ferrea memoria. Nel caso vi fossero contestazioni, vi rammento che è sicuramente meglio di quella di un quasi novantenne con manie di grandezza. Vi ricordo, inoltre, che ogni virgolettato non riporta in alcun modo le opinioni dell’intervistato. Ma la mia visione di esse interpolate con le lenti della supercazzola prematurata non mi potete querelare se vi resta un minimo di dignità. Queste descrizioni sono superflue per chiunque abbia un quoziente intellettivo positivo, valgono quindi solo per i fan di Scalfari.

Le devo confessare una mia grande convinzione. Secondo me lei non esiste. E’ solo il frutto di un’allucinazione collettiva e se la ignorassimo tutti collettivamente risolveremmo il problema della montagna di inchiostro che spreca ogni settimana.

Mi sorprende che solo Lei ci sia arrivato. E’ una grande sollevazione che, in quest’era di inaridimento culturale e morale, dovuto al famoso ventennio Berlusconiano di Mussoliniana memoria, vi sia ancora chi ricorda le nostre radici resistenziali e con esse il diritto dovere alla lotta contro il tiranno oppressore ed i miti di chi vi si oppone.

Mi scusi, ma non ho capito. Cosa c’entra la Resistenza con la sua Inesistenza?

Nulla. O tutto. Lei non mi sembra più così acuto. Nessuno deve mettere in dubbio l’attinenza della Resistenza con le maggiori questioni del dopoguerra. Come la mia Inesistenza d’altronde. Si ricordi le maiuscole. Io non esisterò, ma mi si deve portare rispetto.

Ne prendo atto. Ma senta, mi si pone un grande dubbio: io posso anche parlare con il grande Inesistente, ma il Papa che parla da solo è politicamente scorretto. Come la risolviamo questa questione?

Semplice, la colpa è ancora di Berlusconi. E’ lui che ha creato questa società decadente basata sulla comunicazione. Dovendo comunicare a tutti i costi, il Vaticano ed il suo nuovo organo di riferimento, Repubblica, hanno concordato una strategia infallibile: invocando la tradizione cattolico-mistica abbiamo accettato il principio di lettura nel cuore del Papa, seguendo quella comunista del mio quotidiano abbiamo accettato di inventare il tutto di sana pianta. Io il Papa non so nemmeno come sia fatto. Lui non ha idea di chi sia io. Eppure vengono fuori dei dialoghi bellissimi a mia immagine e somiglianza. Inesistenti.

Ma e’ davvero sempre e comunque colpa di Berlusconi? Non le pare che stavolta vi siate spinti troppo in là?

Non capisco davvero come voi “Esistenti” così razzisticamente aggrappati alla realtà possiate vivere nel vostro mondo di limitazioni mentali. Certo che è colpa di Berlusconi, senza di lui sarei potuto vivere pacificamente la mia inesistenza. Invece mi tocca una militanza ininterrotta. Quindi è tutta colpa sua. Il Papa sono certo che la penserebbe come me se solo lo intervistassi. Alle mie condizioni.

Non ravvisa dei problemi deontologici?

No. Il codice l’ho scritto io. Infatti nella pratica è anche esso Inesistente. E’ sicuro di non volersi unire a me?

No grazie, esistere mi piace dopotutto. Ora inizierò anche io a fare il mio dovere di cittadino: inizierò ad ignorarLa. Spero mi seguano in molti. Buonanotte e buona fortuna.

Luca Rampazzo

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