Oggi completiamo il ciclo sull’argomento che abbiamo affrontato questa settimana: gli edifici e l’inquinamento, partendo dalla constatazione che anche il Sindaco Pisapia e la sua Giunta hanno dovuto fare i conti con la realtà, allorché hanno deciso di limitare il riscaldamento nella maggior parte degli edifici comunali ed hanno invitato la popolazione a fare altrettanto, per cercare di ridurre l’inquinamento atmosferico, dimostrando che oggi a Milano, il problema dell’inquinamento NON dipende principalmente dalle auto, ma dal riscaldamento.
Possiamo dire che il re è nudo” e che l’Area “C” si è rivelata per quello che è: l’ennesima tassa sull’auto ed un favore agli amici radical-chic dal portafoglio largo che abitano in centro e sognano una città bucolica con solo le biciclette, ignorando,se non addirittura disprezzando, ciò che Milano è e che cosa essa rappresenta. In realtà, anche a chi scrive non dispiacerebbe una Milano così, ma per arrivarci siamo convinti che la strada dovrebbe essere ben altra. Magari affronteremo l’argomento in futuro.
Tornando agli argomenti sinora affrontati, abbiamo così cercato di spiegare che nesso ci fosse tra le nostre abitazioni e l’inquinamento cittadino, come pure tra consumi energetici, inquinamento e risparmi di gestione, spiegando quali interventi si possono fare sull’esistente per ridurre i consumi. Inoltre abbiamo cercato di evidenziare come le tecnologie costruttive possano contribuire a costruire edifici più efficienti, quando si parla di nuove edificazioni, influenzando quindi il livello di inquinamento.
Un particolare che attualmente è decisamente trascurato per arrivare ad ottime prestazioni energetiche degli edifici ed è considerato dai costruttori, secondo noi erroneamente, un inutile orpello che il mercato non è disposto a pagare, è il fatto di dotarli di “intelligenza”. Se infatti tutti gli impianti fossero controllati da un “sistema nervoso” con un “cervello” centrale che misuri tutta una serie di parametri interni ed esterni all’edificio, si potrebbero aumentare le prestazioni anche energetiche del medesimo.
Immaginiamo un sistema che riceva le previsioni del tempo con due o tre giorni di anticipo e che quindi cominci a precostituire tutta una serie di settaggi in modo che poi ‘impianto di riscaldamento o raffrescamento reagisca per tempo. Aggiungiamo anche che il medesimo riceva tutta una serie di informazioni provenienti dai pannelli termo-foto-voltaici che dicono quanta insolazione, quindi quanta elettricità e calore producono, che riceva informazioni sulla qualità dell’aria esterna (inquinamento, umidità, temperatura ecc…) unitamente al fatto che simili parametri giungano al sistema anche dagli appartamenti che saranno dotati di un impianto di ventilazione forzata a recupero di calore dell’aria, ebbene questa intelligenza potrebbe intervenire secondo una certa programmazione che tenga conto appunto dl tutti questi parametri, ottenendo così sia consumi più bassi che l’ambiente in cui si abita più salubre.
Inoltre, anche la gestione dei consumi elettrici potrebbe essere gestita a livello di edificio con criteri simili. Fantascienza? No! le tecnologie attuali permetterebbero una simile soluzione. Da almeno vent’anni esistono soluzioni di building automation (così si chiama questa intelligenza per gli edifici), anche se non così evoluti. Se poi si trovasse il modo di far colloquiare un impianto di building automation con uno di domotica, che deve però andare oltre al gioco di lucine cui normalmente viene dedicato, che sia installato nei singoli appartamenti, ebbene, avremmo ottenuto un controllo totale, altamente efficiente e dal grande comfort. Ci chiediamo se sia possibile che ci siano persone interessate a vivere in simili ambienti.
Secondo noi sì, molte, anche se magari all’inizio ci si dovrà per forza di cose rivolgere ad un mercato di costruzioni di pregio, dove questa parola deve assumere però un significato nuovo che non si limita a considerare il tipo di piastrellina, marmo o legno che viene impiegato come rifinìtura, ma che invece consideri la VERA qualità di un edificio e qui veniamo all’ultimo argomento.
Come giudicare, dunque, la qualità di un edificio?
Innanzitutto informandosi sulla tecnologia impiegata per costruirlo. Se si è utilizzata quella del mattone, sappiamo che per quanto uno possa essersi messo d’impegno – non è detto che sia sempre così – con una simile tecnologia non si possono ottenere grandi risultati. Pensiamo ai muri storti, al fatto che ci possono essere diversi centimetri di tolleranza tra una parete e l’altra, che non è possibile avere un libretto di manutenzione ed uso dell’appartamento, nonostante le centinaia di migliaia di euro che uno sborsa per acquistare un appartamento, mentre, anche quando si compra un oggetto da pochi euro, è possibile ottenere un libretto che spieghi come e quando utilizzare quel prodotto. Così potrebbe accadere che quando uno si appresta anche semplicemente ad appendere un chiodo, possa correre il rischio di prendere una scossa elettrica o di bucare un tubo.
Se si passa a tecnologie più evolute, le cose migliorano. Con la soluzione mista cemento armato-cartongesso, facilmente le pareti avranno un aspetto migliore e siccome i sevizi passano nelle intercapedini in apposite canalizzazioni, è possibile più facilmente determinare dove questi psi trovano ed indicare la loro posizione in un eventuale libretto di manutenzione ed uso. Stesso discorso con le costruzioni in polistirolo espanso e cemento. Qui non ci dovrebbero essere o quasi tolleranze tra le pareti e quindi i passaggi d’aria sono inesistenti. Anche in questo caso i servizi (tubi, fili ecc..) passano in canalizzazioni di cui si conosce la posizione.
Infine il legno, che è un materiale “vivo”, che “respira”, ma che isola ottimamente dal punto di vista termico, che ha tolleranze tra le pareti di pochi millimetri e dove i servizi possono, in alcuni casi, essere già integrati nelle pareti oppure anche qui ci sono le canalizzazioni.
Un altro criterio per giudicare le nuove costruzioni, sono le certificazioni energetiche. Esiste una norma nazionale e poi ogni regione può aver legiferato norme più restrittive. In Lombardia abbiamo queste nome più restrittive e l’ente deputato alla gestione di questi aspetti e il Cened (http://www.cened.it/home), mentre ad esempio in Trentino Alto-Adige abbiamo Casa Clima o Klimahaus, se detto in tedesco.
Ci viene così in mente un nuovo edificio con tecnica tradizionale, costruito non lontano dalla abitazione di chi scrive, che veniva pubblicizzato come “Classe A nazionale”. Ora, nulla di illegale, intendiamoci, ma per i non addetti ai lavori, una cosa simile, secondo noi, poteva trarre in inganno. Perché, se è vero che sulla carta era classificato “Classe A Nazionale”, che abbiamo detto ha norme più lasche, ci interroghiamo però su quale classe energetica si sarebbe trovato secondo la classificazione Cened. Sospettiamo una “B”.
Che differenza fa, allora? Secondo noi dovrebbe cambiare il costo dell’appartamento. Per ottenere una “classe B” Cened, il costruttore utilizza soluzioni meno costose per raggiungere quel livello e questo dovrebbe riflettersi anche nel prezzo di acquisto. Se però uno dichiara “classe A Nazionale” al posto di “classe B”, capite anche voi che, in teoria, per dei clienti non addentro alle segrete cose, classe “A” Cened o Nazionale potrebbe non fare differenza e, non diciamo che fosse per forza così, ma avrebbe anche potuto essere che il prezzo di vendita fosse più vicino ad un “Classe A” Cened piuttosto che “B”. Un escamotage, dunque, se così fosse stato. Quindi, per essere chiari, la classificazione nazionale usa parametri più generosi rispetto a quella, per esempio, Lombarda.
Come si giunge a classificare un edificio? Un professionista abilitato – in Lombardia da Cened – tramite un esame ed iscritto ad un apposito albo, raccoglie tutta una serie di dati di progetto e li inserisce con criteri a lui noti in un software fornito da Cened stessa. Questo programma, dopo una serie di calcoli, da come risultato la classe energetica di un edificio. La classificazione è concettualmente simile a quella degli elettrodomestici – all’estero abbiamo visto una cosa di simile nei saloni dei concessionari di auto: ”A+” è la migliore, la “G” la peggiore.E’ evidente che anche per le strutture esistenti, eventuali interventi che migliorino la classe energetica, dovrebbero aumentare il valore delle medesime, in quanto più economiche da gestire.A campione, poi, il Cened o chi per lui, provvederà a verificare la veridicità di quanto dichiarato dai professionisti. Una mendace dichiarazione può avere gravi conseguenze, anche penali, per tutti gli attori in gioco.
Se però si giudica la faccenda in termini qualitativi, c’è una certificazione, a nostro avviso, che è migliore di Cened ed è quella istituita in Trentino Alto-Adige, ossia quella denominata Casa Clima. http://www.agenziacasaclima.it/it/casaclima/1-0.html Questa infatti, prevede delle visite in cantiere durante tutte le fasi, da parte di appositi professionisti abilitati che controllano l’esecuzione del manufatto e, quando terminato, viene tra l’altro verificata strumentalmente la tenuta all’aria dell’involucro. Agli appartamenti infatti viene applicata una specie di porta con un apparecchiatura che richiama un grosso ventilatore. Si effettua quindi un test di tenuta all’aria che permette di valutare il grado di ermeticità dell’involucro edilizio, attraverso la misura del flusso di ricambio dell’aria dovuto alle infiltrazioni, generando meccanicamente una differenza di pressione.
Tale test viene chiamato Blower Door test. Qualora il test venga eseguito durante la fase costruttiva dell’edificio, gli eventuali punti deboli dell’involucro possono essere risolti senza problemi ed in maniera più efficace. Ci pare quindi chiaro che in questo caso la costruzione viene controllata praticamente e non solo “sulla carta”. In questo, assieme ai controlli in fase di costruzione, secondo il nostro modesto parere, consiste la miglior qualità dell’involucro costruito secondo i parametri Casa Clima. Anche se Casa Clima è un protocollo obbligatorio solo in Trentino Alto-Adige, nulla vieta di applicarlo anche altrove. Infatti, i costruttori, se lo desiderano, possono utilizzarlo su base volontaria anche fuori da quella Regione.
Un’altra certificazione, utilizzata a livello internazionale di origine Statunitense, è il LEED. Anche questa applicabile su base volontaria. Essa è stata usata per la costruzione del nuovo complesso della Ragione Lombardia e per il vicino nuovo quartiere di Porta Nuova. La differenza consiste nel fatto che questa certificazione considera gli aspetti di impatto ambientale in tutte le fasi di vita di un edificio: da come si imposta il cantiere per costruir lo stabile, a quali materiali vengono impiegati per edificarlo, alle metodologie, sino allo smaltimento dello stesso a fine vita. Esiste una lunghissima lista di parametri ed a ciascuno di essi viene associato un punteggio.
Quindi ciascun progettista e costruttore può scegliere i parametri che più gli si confanno (o quasi) e poi i relativi punteggi vengono sommati. Il risultato darà una certa classificazione secondo il concetto LEED. Come si può intuire, in questo caso la cosa è solo parzialmente legata alla effettiva efficienza energetica e dà invece un quadro generale di attenzione all’ambiente. Tanto per capirci, le prime costruzioni basse del nuovo complesso di Porta Nuova a Milano, che risultano essere quasi il proseguimento di Corso Como, certificate LEED, se non ricordiamo male, sono solo, secondo la classificazione Cened, in “Classe B”. Non sappiamo, invece, che classe energetica Cened abbia il nuovo grattacielo di Regione Lombardia. Dove sia Cened che Casa Clima avrebbero bisogno di una messa a punto, è per quanto riguarda il raffrescamento estivo, che potrebbe coinvolgere gli impianti necessari a realizzarlo.
A sostegno di quanto affermiamo, ricordiamo che Legambiente, dotandosi di termo-camera, (una specie di fotocamera che registra i raggi infrarossi e quindi la quantità di calore), ha girato l’Italia da Bolzano a Catania. A causa di normative molto differenti in alcune Regioni, totalmente assenti in altre, i risultati dell’indagine sono stati molto differenti. Lombardia e Trentino Alto-Adige sono risultate promosse, anche se ci pare di ricordare che i risultati migliori sono emersi da quest’ultima Regione.
Per tirare un po’ le somme, un edifico si giudica per come è orientato rispetto ai quattro punti cardinali, per la tecnologia impiegata per costruirlo, per la classificazione energetica, con quali enti è certificato e poi, come corollario finale, lo si giudica per la posizione, per le famose finiture ecc…, che, come si può intuire, sono del tutto marginali rispetto alla sostanza che abbiamo testé illustrato. Si fa presente anche che una costruzione certificata LEED o Casa Clima, può valere anche un 10-15% in più di una che non lo sia.
Ricordiamo anche che, in base alla normativa Europea, a partire dal 2019 le nuove costruzioni pubbliche dovranno rispondere a requisiti tali che dovranno avere emissioni vicine all zero, mentre quelle per le abitazioni civili a partire dal 2021. (N.Z.E.B., ossia Near Zero Energy Buildings). Tecnicamente, però, è possibile anche edificare case Z.E.B. . (Zero Energy Buildings, ossia ad emissioni zero).
II sogno nel cassetto di chi scrive, sarebbe di riuscire un giorno a trovare almeno altre 29 persone (per motivi di economicità di gestione del condominio) con cui costituire una cooperativa, trovare un terreno adatto in zona Ovest a Milano e costruire un edificio Z.E.B. in legno, dotato degli impianti più moderni, che sia gas free (senza caldaia e fornelli cottura) e con tutte le certificazioni qui illustrate. Chissà…
Ci auguriamo di avervi dato degli strumenti utili di valutazione per quando dovrete acquistare la prossima casa. Tenete presente che chi costruisce lo fa naturalmente secondo i suoi interessi e potrebbe cercare di convincervi che la miglior classe energetica o cose simili non sono così importanti. In una certa misura, potrebbe essere parzialmente vero, ma fareste bene a diffidare di chi fa ragionamenti utilitaristici su questi temi. essi devono vendervi ciò che hanno…
Ai link che abbiamo riportato, chi lo desidera potrà approfondire il tema che noi, dal momento che non siamo una testata tecnica, abbiamo solo superficialmente toccato.
Fabio Ronchi