di Martina Biassoni
Instagram lancia Reels, la nuovissima funzione per la creazione di piccoli video creativi e dinamici che non ha nulla di diverso da TikTok, eccetto l’essere perfettamente accettata e legale anche negli USA.
I social di casa Zuckerberg stavano forse perdendo piede fra i giovanissimi? Quel che è certo è che la comunicazione, come è logico che sia, si evolve continuamente per cercare di accaparrarsi l’ultimissima generazione di riferimento e per soddisfare tutte le esigenze di chi è abituato dalla nascita ad avere tutto a portata di click (o, forse sarebbe meglio dire, tap sullo schermo).
Se nel 2006 Facebook rappresentava tutto quello che una persona potesse desiderare per entrare a contatto con i propri conoscenti ed amici tramite i ben noti mi piace e richieste d’amicizia, ora l’esigenza di immediatezza comunicativa cui i social network devono far fronte è dettata da piccoli video, hashtag, challenge, balletti… chi sa di avere seguito, si diverte a creare delle sfide virali che possono essere accettate dal migliore amico, dal vicino di casa o da un altro utente che vive dall’altro capo del mondo, grazie alle idee geniali veicolate – nell’ultimo anno soprattutto – da TikTok.
E negli headquarters di Instagram, questa perdita di popolarità della comunicazione impostata, dei post perfetti che non trasmettono nulla che non siano asetticità e grande creatività, era già temuta da molto tempo. Infatti è a questo che Instagram cercava di far fronte già quattro anni fa tramite l’introduzione di igstories (che già rielaborava in modo non troppo fantasioso e diverso il concetto comunicativo che aveva dato vita ad un’altra famosissima App: Snapchat). Un tentativo che ha cercato di tamponare l’evidente falla dei social network figli di Mark Zuckerberg: l’incapacità di stare al passo con i tempi; infatti l’utenza a poco a poco si è decisamente evoluta, se prima i profili Instagram nascevano in quanto collezione di belle foto e piccoli video, ora devono trasmettere la personalità del proprietario, esserne uno specchio quanto meno verosimile del carattere e delle abitudini, perché è questo che le necessità degli utenti richiedono.
Non c’è più paura di perdere credibilità davanti ai follower perché si balla in modo scoordinato, insegna Chiara Ferragni, anzi si acquistano fama e popolarità grazie a questi tratti umanizzanti. Quella categoria di personalità fisse, statiche che Instagram ci ha abituato a vedere negli anni – a partire dalle influencer – inizialmente grazie a TikTok, ed ora grazie a Reels si avvicinano ancora di più alla nostra quotidianità, ci insegnano che fallire e non essere bravi in qualcosa è del tutto normale.
Resta comunque il fatto che Zuckerberg e compagni continuino a prendere le idee altrui e ad inglobarle all’interno delle proprie piattaforme, cercando di mantenersi al passo con le esigenze di quella nuovissima fetta di utenza che detta la direzione che deve intraprendere la comunicazione; senza riuscire effettivamente a prevederle e captarle pre-tempore, forti non solo della popolarità del colosso che dirigono, ma anche di una delle caratteristiche più conosciute dell’utente del web: la pigrizia. L’avere tutto su una sola App, è infatti più comodo, veloce ed immediato per l’utente, piuttosto che doversi spostare da un social all’altro perdendo tempo, e – per programmatori e proprietari – è anche più economicamente conveniente perché per loro, l’altrui tempo perso è denaro.