Tutti nell’arco della nostra vita, chi prima e chi dopo, hanno provato il piacere dell’innamoramento.
Indipendentemente dall’età, questo sentimento provoca in noi rossore, tremore, imbarazzo e spesso anche la perdita del controllo delle nostre stesse emozioni.
L’innamoramento, quindi, è una dipendenza vera e propria che include sintomi come astinenza e intolleranze e genera malessere fisico e mentale, se non corrisposto.
Anni di poesie e di romanzi scritti, ci hanno trasmesso l’idea che l’amore arrivi dal cuore, ma la vera cabina di regia di questo sentimento è il cervello.
Quando ci innamoriamo, infatti, sono ben 6 le aree cerebrali coinvolte, che si attivano come dei veri e propri interruttori.
In particolare, il coinvolgimento emotivo avviene quando si ha un rilascio di dopamina che crea lo stato euforico e fa diminuire la serotonina: ecco perché si passa da un’intensa euforia ad uno stato di profonda tristezza.
Si innesca, inoltre, uno stato adrenalinico, quello che volgarmente viene definito “farfalle nello stomaco” ed ecco perché si parla di dipendenza, perché la dopamina si attiva anche dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti.
Quando il cervello supera la fase delle “farfalle nello stomaco”, produce ossitocina e vasopressina, gli ormoni che manterranno vivi i sentimenti di tenerezza e benessere a lungo termine.
Va inoltre detto che vi sono differenze evidenti tra i due sessi: il cervello delle donne, infatti, si proietta maggiormente sulla cura, sulle emozioni e sulla memoria, quello maschile invece, si concentra più sulle caratteristiche estetiche.
Ciò che è certo è che innamorarsi rende energici e capaci di ridurre i livelli di ansia e stress.
di Daniela Buonocore