di Martina Grandori
Fra le tantissime domande che ci si è fatti in questo periodo, ci si è mai chiesti quanto fossero felice i nostri animali domestici di aver finalmente i loro padroni sempre lì affianco? In Italia, come altrove, purtroppo, moltissimi animali di casa sono costretti ad una vita piuttosto solitaria a causa dei padroni lavoratori full time.
Per carità, meglio essere un animale amato e curato e vivere buona parte della giornata da solo in un appartamento, piuttosto che un animale sempre a rischio come capita per quelli randagi.
Però ora, poveri amici a quattro zampe vivranno momenti di disagio, loro ne hanno beneficiato con il lockdown: avevano i loro riferimenti affettivi sempre affianco e più disposti a dar loro attenzioni, ma da lunedì la musica cambia. Proprio come accadrebbe a noi umani, ci sono tutti i presupposti per uno stato d’ansia da separazione. Improvvisamente di nuovo soli, a loro chi lo spiega che sta per iniziare la fase 2? Chi spiega ai nostri amici che dal 4 maggio si ritorna ad andare in ufficio e quindi a fare compagnia ci saranno i giochi di gomma o il peluche tutto mordicchiato? Purtroppo nessuno, ed è qui il problema. Bisogna che i padroni si trasformino in terapeuti, che con calma cerchino di ritornare in maniera dolce alla routine pre-Coronavirus, ovvero 2-3 uscite al giorno – poi ovviamente ci sono altre situazioni, di fortunati che possono permettersi il dog sitter, ma queste sono eccezioni, nella stragrande maggioranza chi è solo e ha un cane e lavora, il cane lo porta fuori 2 o 3 volte al massimo, mentre in questi due mesi, le uscite erano assai più frequenti.
Ma cosa potrebbe succedere in concreto ai nostri amici?
Cani e gatti, sono animali assai routinari, sensibili anche a piccoli cambiamenti (basti pensare ad un gatto quando lo si porta in una casa di vacanza, a volte si rintana per giorni) e questo secondo cambiamento di vita (il primo è stato il padrone sempre in casa), potrebbe creare disagi che potranno manifestarsi in modi diversi, fra cui un cambiamento del carattere.
Potrebbero essere più monelli – mangiando e mordicchiando i mobili di casa – o manifestare apatia, un drastico calo dell’appetito o addirittura provocarsi piccole auto lesioni leccandosi fino a far comparire piccole piaghe.
Tutti segnali di un disagio: loro hanno goduto di attenzioni, coccole e di molte più uscite – nel caso di fido – del normale. Hanno vissuto finalmente in compagnia, ricevendo carezze e sorrisi, forse i gatti sono stati un po’ usurpati dei loro spazi – specialmente in caso vivano in una famiglia con bambini piccoli – ma in generale sono stati due mesi di compagnia. E noi umani sappiamo molto bene quanto sia importante la compagnia.
Addirittura un ricerca dell’Amva – American Veterinary Medical Association – sottolinea l’importanza della socializzazione al di fuori delle mura domestiche per cani e gatti cuccioli, definendolo un aspetto fondamentale per il loro benessere. È durante questo periodo che la maggior parte dei cuccioli mostra un elevato interesse a esplorare e giocare senza avere paura di incontrare nuovi animali, persone, oggetti o nel vivere esperienze nuove. Studi dimostrano che, al contrario, se vengono privati della socialità in questi periodi, potrebbero essere a rischio di sviluppare paure, aggressività o ipereccitabilità.Fra cane e gatto, più a rischio sicuramente il cane, specialmente quelli di taglia piccola che sono più portati di altri, ad essere legati a filo doppio con i loro padroni.
Tocca quindi a noi umani dimostrare tanto, tanto, tanto amore e affetto e aiutare questi incredibili compagni di vita a superare il momento di difficoltà, tanto quanto loro stessi si sono dimostrati insuperabili amici in tempi di lockdown.