di Mario Alberto Marchi
Sarà che siamo gente che si adatta a tutto, sarà che presi dal vortice dei problemi quotidiani non abbiamo nemmeno il tempo di pensarci, fatto sta che ogni giorno dobbiamo affrontare un vero disastro: quello delle infrastrutture.
I numeri che ci fornisce la sezione Mobility And Trasport delle statistiche della Commissione Europea, sono davvero deprimenti; considerando presente ancora la Gran Bretagna (i numeri aggiornati sono precedenti la brexit), cominciamo dal dato in realtà fondamentale, quello relativo alla qualità generale delle strade, senza distinzione di categoria, quindi da quelle urbane alle autostrade.
L’Italia occupa la 19esima posizione su 28, peggio di noi solo i Paesi dell’est Europeo. Una conseguenza sono le ore che ognuno di noi trascorre annualmente nel traffico; con 37 ore siamo i terzultimi in classifica. Peggio di noi solo il Belgio e – volendolo ancora considerare come dato europeo – la Gran Bretagna.
A questo punto, l’idea che sorge spontanea è quella di lasciare l’auto nel box di casa e muoversi in treno. Sicuri di volerlo fare? Perchè il grafico relativo all’efficienza del sistema ferroviario, ci fa figurare al 21esimo posto.
Se poi per andare al lavoro ci basta spostarci nell’area urbana, andiamo a sbattere contro un dato, questa volta parametrato alla percezione degli utenti; gli italiani sono gli ultimi in classifica per la soddisfazione per i trasporti cittadini. Insomma, si lamentano il giusto, ma se li si mette di fronte ai numeri son ben consapevoli del disastro quotidiano che devono affrontare.
Fin qui i disagi dei cittadini, anche se la condizione delle strade condiziona in modo pesante il commercio e gli approvvigionamenti alle imprese. Facciamoci del male fino in fondo, andando a guardare le infrastrutture per i servizi mercantili e per la comunicazione più legata al business.
Siamo diciottesimi su 23, mancando, per ovvi motivi geografici Repubblica Ceca, Lussemburgo, Ungheria, Austria e Slovacchia, alla voce “Efficienza dei servizi portuali”. Ci piazziamo ancora peggio, ventesimi su 28, per quanto riguarda l’efficienza del trasporto aereo.
Considerando tutto, è difficile spiegare, se non con una efficienza quasi eroica della nostra impresa, uno dei pochi indicatori che ci vedono al disopra della media europea, cioè la puntualità nelle spedizioni, nelle quali ci piazziamo decimi su ventotto. Forse sarebbe il caso che i governi cominciassero a contare un po’ meno sull’eroismo e sulla pazienza.