di Daniela Buonocore
Ancora problemi per i dipendenti della Ctp. Non bastavano infatti le problematiche contrattuali e lavorative di coloro che rischiano di perdere il lavoro e pagamenti non garantiti, ora a peggiorare il tutto ci sono anche gli incendi all’interno dei depositi dei pullman.
Nella notte tra il 24 e il 25 di novembre si è infatti sviluppato un vasto incendio nel deposito della Ctp di Via Campana a Pozzuoli.
L’azienda di trasporti della città metropolitana di Napoli ha vissuto momenti di panico con almeno tre bus coinvolti al momento dell’ incendio, ma i danni riportati potrebbero essere ancora maggiori di quelli presenti al momento. Immediati sono stati gli interventi dei vigili del fuoco che hanno cercato di spegnere l’incendio attraverso le autobotti, domando le fiamme e mantenendo l’ordine, ma l’incendio è molto vasto e le operazioni sono difficili. Fortunatamente il mal tempo con le forti piogge sta aiutando a mantenere l’incendio circoscritto.
Resta inoltre ancora una volta l’attenzione sulla questione ambientale, a pagarne le conseguenze infatti è stato lo stesso ambiente, poiché un’ enorme colonna di fumo nero e acre si è levata verso il cielo rendendosi visibile anche a chilometri di distanza.
La dinamica dell’incendio resta ancora da chiarire, e la matrice del rogo potrebbe essere anche dolosa.
La Ctp, società della mobilità di proprietà dell’ex provincia di Napoli, sta infatti attraversando una delicatissima crisi finanziaria essendo impegnata in un concordato preventivo pre-fallimentare in tribunale, con un piano di risanamento per evitare il crac.
Sono stati infatti richiesti anche gli aiuti finanziari ed economici da parte dell’azienda, che restano ancora in attesa di 30 bus nuovi dall’Acamir per poterli sostituire a questi attualmente in funzione, che avrebbero oltre 10 anni di vissuto.
Edoardo Leongito, segretario generale dei trasporti Ugl Fna, ha espresso la sua rabbia in merito a questa ennesima tragedia per la Ctp, denunciando la sua preoccupazione per la pericolosità degli altri autobus presenti nel deposito, privi di qualsiasi manutenzione.
Pare infatti che il primo autobus incendiatosi abbia preso fuoco poco dopo il suo arrivo al deposito. Il declino della Ctp sta sfociando e toccando i limiti della sicurezza, compreso quella degli stessi passeggeri, perché tale tragedia poteva avvenire anche durante il tragitto di marcia.
Marco Sansone, del coordinamento regionale USB, afferma che, dalle prime dichiarazioni in merito all’incendio, pare proprio che l’autista dell’autobus abbia avuto giusto il tempo di scendere dal veicolo, il quale, incendiandosi, ha coinvolto anche gli altri due automezzi vicini.
Pare inoltre che lo stesso autista abbia segnalato tempestivamente la presenza del cattivo odore di gas di scarico all’interno del mezzo e che abbia pertanto fermato l’autobus rientrando prima nel deposito di appartenenza.
Quanto accaduto, la dice lunga sulla manutenzione dei mezzi ormai datati da tempo, che andrebbero addirittura in alcuni casi completamente sostituiti, in più la stessa ditta di pulizie ha denunciato più volte le difficoltà che loro stessi sono costretti a vivere per poter sanificare i locali tutti i giorni, e tutti si chiedono inoltre come sia possibile che al di là dell’intervento dei vigili del fuoco, per domare l’incendio, non siano state usate le stesse pompe predisposte dal deposito.
Numerosi sono anche gli altri sindacati che hanno preso in mano il degrado della Ctp, anche lo stesso e Ezio Monetta, coordinatore regionale TPL Fit Cisl Campania, si dichiara preoccupato per l’ennesimo incidente, mentre la segretaria Fit Cisl Campania richiede nuovamente che la proprietà intervenga in modo decisivo per risolvere la gravosa questione venutasi a creare.
I cittadini, nel frattempo, si dichiarano fortemente preoccupati per l’accaduto, spaventati dal fatto che la prossima volta potrebbero essere loro stessi i protagonisti principali di un’ eventuale tragedia, questa volta scongiurata; denunciano così, ancora una volta, la loro rabbia in merito alle difficoltà che ogni giorno sono costretti a vivere per la mancata presenza di mezzi pubblici che si fermano danneggiati lungo il percorso, o che non si presentano alle fermate perché il numero dei mezzi non copre tutte le corse messi a disposizione.