Una novità viene da Regione Lombardia: attuando una promessa elettorale, arrivano infatti i “Lombard”.
Se vogliamo, un po’ tirata per i capelli, c’è un riallacciarsi a Lombard Street di Londra.
Questa strada originariamente era un lotto di terreno dato in concessione da Re Edoardo I agli orafi giunti dall’Italia che significativamente gli inglesi identificavano con la sola Lombardia. Questa via è stata a lungo la sede per la maggior parte delle banche, per la semplice ragione che l’attività più frequentemente svolta dagli Italiani all’estero fino al ‘600 è stata quella di banchieri e prestatori di danaro. Una delle ultime banche a lasciare Lombard Street fu Barclays nel 1980. Ora i banchieri stanno a Francoforte. segno dei tempi? A parte questo richiamo, i “Lombard” di cui parliamo oggi, sono un’altra cosa.
Si tratta di una moneta alternativa, la cui istituzione verrà portata in Consiglio Regionale il prossimo 11 Febbraio . Assolverà alla funzione di moneta complementare, che ha già altri esempi nel mondo, oltre che in Italia. Si contano infatti diversi esempi negli U.S.A. , il Regiomont Tedesco, il Simec di Giacinto Auriti, il Greco Tem, gli Italiani Sardex e Scec, poi forse il più vecchio di tutti, il “Wir” (noi) Svizzero, creato nel 1934, a seguito della crisi del ’29, da un piccolo gruppo di imprenditori. La motivazione allora sembra che fu il fatto che in presenza di quella situazione, con scarse o nulle possibilità di ottenere credito, questi signori si inventarono appunto il “Wir” facendosi un auto-credito a fronte di un tasso di interesse che attualmente dovrebbe aggirarsi intorno a 1%.
Per i promotori di Regione Lombardia, questo “Lumbard” dovrebbe essere uno strumento per semplificare la riscossione dei crediti in quanto è previsto, solo in forma elettronica, per lo scambio di debiti e crediti tra clienti e fornitori, una sorta di camera di compensazione che favorisce i pagamenti a breve, superando così il blocco del credito. E’ una moneta che dovrebbe costare meno di quelle tradizionali, in quanto è indipendente dai mercati finanziari, non ha interessi bancari, è svalutabile e quindi non si dovrebbe avere interesse ad accumularla perché si crea e si distrugge nella transazione.
Non sarà convertibile in Euro. Dovrebbe quindi essere assimilabile ad una forma di baratto. Ovviamente Regione Lombardia non può stampare moneta, ma può incentivare un accordo tra privati che possono così associarsi in un circuito a livello territoriale che utilizzerebbe appunto questi “Lombard”. Sarà introdotta a livello sperimentale e, mentre M5S ha dato il suo appoggio, il PD è risultato critico, con il timore neppure tanto nascosto che possa risultare come argomentazione in chiave anti Euro. Probabilmente Finlombarda si farà garante e le imprese interessate dovranno iscriversi al circuito di credito..
Avvertiamo i lettori che non siamo esperti finanziari e quindi quanto scriviamo ha lo stesso valore di quanto detto da un qualsiasi cittadino.
Siamo un po’ perplessi sulla validità di questo strumento e da profani ci sorgono alcuni interrogativi. Se è pure vero che, a quanto pare, non sarà convertibile in Euro, ci chiediamo che valore avrà questo “Lombard”, se potrà essere usato ovunque in Italia o solo nella nostra Regione. Infatti, al giorno d’oggi è difficile che una azienda acquisti, produca e venda in una sola Regione. Se invece questo “Lombard” avrà successo e potrà essere trattato anche oltre i confini Lombardi, potrebbe significare anche raggiungere una mole di danaro molto importante e, dal momento che Finlombarda è garante del sistema, che cosa accadrebbe se il meccanismo poi si inceppasse? Alla fine dovrebbero pagare i Lombardi il conto che ne deriverebbe?
Siamo anche sicuri che, come accade per i Bitcoin, non diventi una fonte di speculazione? Non siamo dunque in presenza di un’altra fuga in avanti?
Sarebbe interessante, forse, porre queste domande a chi sta promuovendo questa soluzione. Che cosa ne dite?
Fabio Ronchi