di Angelo Portale
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Che Dio rimanga assolutamente stabile malgrado il peccato originale causato dall’uomo non elimina, però, la tragicità e la drammaticità della caduta: anche se l’eternità non è stata intaccata l’uomo ha tuttavia viziato la storia nell’atto stesso in cui con la sua libertà vi stava dando inizio. Con il peccato originale l’uomo ha piantato nel seno della realtà il principio dell’ateismo e del nichilismo, entrambi consistenti non tanto in una negazione intellettuale di Dio, ma in un tradimento che si esprime in un industrioso impegno atto a cancellare ogni traccia divina nella storia umana. A causa di ciò il mondo «è rimasto per sempre permeato da un ateismo ricorrente e ossessionato dal miraggio dell’inesistenza di Dio».
Dunque, con la sua caduta, l’uomo ha dato origine ad un mondo in cui il bene, più che vittorioso, si trova ad essere sempre in lotta con un male trionfante, lotta che sul piano della storia resta con un esito indeciso sino all’ultimo, anzi le oscillazioni sono tali che, a volte, portano a disperare e a prospettare che sarà il male ad avere l’ultima parola.
A questo primo atto negativo di libertà dell’uomo non fanno che seguirne innumerevoli altri in tale direzione, causati non solo dalla peccaminosità che ha ferito nei primordi del peccato originale la sua libertà, ma anche dalle continue ferite che egli stesso continua a dare alla sua libertà, tutte le volte che ratifica quanto ha fatto al principio della sua storia, scatenando un continuo accumulo ed eccesso di male che mostra quanto sia efficace la forza dell’uomo nel ridestare il negativo: «[…] al punto che si può dire che in niente egli si manifesta così potente come nel riattivare il nulla e il male, trasformando le profondità di Dio in precipizi di Satana» tanto da poter diventare «una specie di diabolico e più che prometeico anti- Dio».
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