La cattiveria e la storia. Quando è nata la cattiveria?
Fin da bambini le favole ci aiutano a crescere nella consapevolezza che per ogni persona buona, ve ne sia, per forza di cose, una cattiva. Sui libri di storia abbiamo sempre trovato testimonianze e avvenimenti difficili da comprendere, spesso inaccettabili, basti pensare alle innumerevoli guerre, all’odio, alla violenza.
Anche la Chiesa ha i suoi nemici, che si contrappongono ai fedeli, parliamo delle sette sataniche e dei relativi discepoli.
In fondo, anche gli sport hanno come tema portante la competizione, che spesso genera gelosia verso il vincitore.
In ogni momento della nostra vita, qualunque cosa decidiamo di fare, o indipendentemente da chi vogliamo frequentare, è inevitabile incabbare in atteggiamenti di invidia e gelosia, ma anche di cattiveria.
Nella società odierna, tutti lamentano di avere intorno a sé persone presuntuose, maleducateb ed arroganti.
Ma cos’è che genera la cattiveria?
Analizzando nello specifico tutte le varie situazioni e circostanze in cui si palesa la cattiveria, si può notare come ne esistano forme e manifestazioni diverse, potremo notare che vi è una sola cosa che le accomuna: il senso di vuoto, di abbandono, di dolore e di tristezza, che spinge anche alla violenza.
Come si passa dal senso di solitudine alla cattiveria?
Insoddisfazione, solitudine ed invidia, si riversano nella cattiveria, sentimento basato sulla disistima e l’incapacità di vedere le cose e gli altri prescindendo da se stessi. Questo bisogno di avere ciò che hanno gli altri, di vivere ciò che gli altri vivono, un po’ come nella favola di Esopo La volpe e l’uva. L’invidia e la gelosia, diventano sentimenti spesso addirittura pericolosi, soprattutto quando viene generata dalla perdita di qualcuno amato o quando ci sono casi di tradimenti. In questi casi si verificherà quella che viene definita da Freud come “gelosia proiettata” simile a quella di Desdemona, per cui colui che avverte in sé una tentazione, in maniera inconscia, attuerà un meccanismo per allineare il proprio disagio proiettando sull’altro le proprie tendenze al tradimento.
Quindi si nasce o si diventa cattivi?
Pertanto si potrà affermare che l’uomo nasce dotato di sentimenti innati, tra cui la cattiveria, che soltanto con il decorso della vita, attraverso lo stimolo ambientale, famigliare e sociale in cui si vive, si sviluppano. Chi non è amato non riuscirà ad amare e pertanto, sentendosi solo ed inadeguato, inizierà a soffrire e la sofferenza e la solitudine lo porteranno a provare sentimenti di invidia e cattiveria, che quest’ultimo utilizzerà come strumenti per il raggiungimento di un benessere non raggiunto.
di Daniela Buonocore