Riassunto delle puntate precedenti: oltre alla battaglie contro Stato e tasse, il movimento Tea Party Italia si batte per le primarie ad ogni livello. soprattutto se fatte in casa d’altri. Anzi, esclusivamente se fatte in casa d’altri. Perchè, si sa, ognuno ha un’idea precisa e vincente su come far vivere la vita altrui, mentre la propria è sacra ed inviolabile. Poi, dopotutto, gli altri sono partiti. Fanno i tesseramenti, si contano, sanno quanti sono e quanto valgono. Noi (mi ci metto in mezzo anche io, visto che aderisco alla battaglia) siamo un movimento d’opinione. Che poi, opinione… diciamo tema. Ecco, siamo un movimento monotematico. Quindi del tutto esonerati dal contarci. E non c’è mica una presidenza. C’è un coordinatore. Che poi, non è proprio un coordinatore, è il “proprietario” del simbolo. Mancano solo i complottisti e Casaleggio, poi pare di stare nel 5 stelle. Dove uno vale uno, ma come Beppe non c’è nessuno.
Ad essere onesti non ci facciamo mancare nulla, i complottisti li abbiamo anche noi. I carissimi amici libertari, con la congiura delle banche centrali, con la congiura Usa contro il tovarish Putin e tutto il bagaglio assurdo di credenze pare che ormai abbiano diritto incontrastato di tribuna. Con l’obbligo per tutti gli altri di tacere. Questa cosa sta cominciando vagamente a stancare: il monotematismo è un’ottima scusa per nascondersi. Non dobbiamo tesserare, non contarci, non sottostare ad un dibattito interno. Che dibattito può esserci quando c’è una sola linea e se non aderisci sei fuori? Che dibattito può esserci se i libertari disprezzano la democrazia? Che dibattito può esserci se il Portavoce è lì per diritto divino e pertanto del tutto insostituibile?
Tutto questo, ovviamente, non impedisce di dire che senza primarie il Mondo è un posto più brutto. La cosa è una contraddizione in termini, in essenza ed in sostanza, ed ovviamente lo sappiamo tutti. Come tutti sappiamo che le primarie costano, sono difficili da organizzare e ti espongono a figuracce orrende. Tutti ottimi motivi per cui il Tea Party non le farà mai al suo interno, ma che non trattengono certo la dirigenza dal chiederle agli altri. Inoltre, ogni volta che si accusano i partiti di “socialismo” a me un po’ da ridere viene: in questa monarchia teocratica cosa ci consenta di distribuire patenti di libertà mi è sempre sfuggito. Forse sarebbe il caso di crescere, abbandonare i porti sicuri e dare davvero il via ad una rivoluzione, iniziando innanzitutto a contarsi.
Se non altro per legittimare le nostre richieste. “Noi pochi, noi felici, noi manipolo di fratelli” funziona molto bene in Shakespeare e molto male nella realtà. Io voglio poter discutere la linea, le idee ed il campo di azione del movimento. Non credo che il monotematismo sia una buona idea. Non credo che i vertici debbano essere insostituibili. Non credo, soprattutto, che il movimento abbia un futuro se non accetta la sfida dei numeri. Voglio un dibattito aperto, coordinamenti scelti dal basso, gruppi attivi nel tesseramento e nel fundraising. Per questo lancio, con convinzione e determinazione, l’idea delle primarie nel Tea Party Italia. E voglio sapere, a viso aperto, quanti ipocriti le vogliono a casa d’altri, ma non in casa nostra.
Luca Rampazzo