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lunedì, 25 Novembre, 2024

IL SERMONE DI RAMPAZZO, i Figli di Antigone

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Alla vigilia della probabile approvazione del Ddl Scalfarotto è venuto il momento di fare il punto su quel che resta della libertà di parola in questa terra benedetta che non conosce la giustizia. Cosa dice questa legge? In sostanza condanna nello stesso modo dire che un nero non può salire su un autobus di bianchi e che una coppia di uomini non può sposarsi. Si prende quel mostro giuridico della legge Reale-Mancino e la si allarga a dismisura per includere situazioni dubbie. Soprattutto si prende un impianto totalitario e lo si rende ancora più mostruoso.

Sì, perché con la Mancino il diritto di parola che, ricordiamolo, è la pietra angolare di qualsiasi Costituzione moderna, si scontra nella volontà del legislatore di tutelare l’altro caposaldo della nostra società: il diritto alla vita. Dire che un cinese è inferiore a motivo della sua razza, che un musulmano è un reietto a motivo della sua fede o una donna del suo sesso sono tutte precondizioni per dire che la sua vita vale meno. E questo è inumano. E’ inumano determinare il valore di una vita in base a questi criteri. Almeno dopo la nascita. Prima è legittimo selezionare la prole in base a quegli stessi criteri. Sia in fase di impianto embrional.e sia in fase abortiva. Non apertamente, non ancora, ma date tempo al tempo, prima o poi i veli di ipocrisia cadranno.

E’, invece, perfettamente umano decidere che valore dare alle forme aggregative delle persone. Una società non è una cooperativa. Una cooperativa non è un Onlus. Una Onlus non è un’associazione non riconosciuta. Una coppia di uomini non è una famiglia. Ops. Scusatemi, ho infranto la futura legge. Sì, perchè sarò obbligato a pensare che, per un concatenamento diabolico, se un gay è in tutto uguale ad un etero, allora ha diritto di chiamare famiglia qualcosa che famiglia non è. In ogni caso, dire che non ha diritto ad avere una famiglia come la vuole lui è discriminatorio. Come vedete non siamo più nel campo della tutela dei diritti, ma delle aspirazioni. Non devo inchinarmi di fronte ad un diritto connaturato nell’essere umano, ma nell’aspirazione di un gruppo ad autolegittimarsi.

Qui si chiude il cerchio, il diritto ha mangiato se stesso e invertito le gerarchie. Il poter esprimere dissenso è stato schiacciato dal dover di conformarsi al potere. Anche quando, soprattutto quando, questo è inumano. Qui noi siamo chiamati a farci figli di Antigone, la paladina del diritto Divino contro la tirannide umana. Ricordiamo in breve la storia: ad Antigone, per ragioni politiche, viene impedito di seppellire il fratello. Lei disubbidisce e viene imprigionata. Là sceglie di darsi la morte e questo innesca una serie di tragedie che lasceranno il tiranno, che l’aveva perseguitata, solo e distrutto. Perché aveva peccato di superbia, sostituendo se stesso alla legge prima del Divino.

Qui mi fermo, ogni implicazione è lecita. La prima è che non tutti si arrenderanno e chi oggi tace e vigila in piedi, domani non tacerà più. Verremo perseguiti e perseguitati, è nella natura vendicativa dei tiranni farlo. Quando inizieranno le rappresaglie reagiremo con compostezza, senza violenza brandendo la sola spada del Diritto. E vinceremo, perchè non c’è scampo dalla Verità. E due uomini non sono una famiglia, qualsiasi cosa il Tiranno possa dire o scrivere. Se per ribadirlo dovremo finire tutti in galera, così sia. A volte un uomo, per essere davvero libero, deve prendere la via del carcere ci insegna Giovannino Guareschi.

Luca Rampazzo

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