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giovedì, 21 Novembre, 2024

IL SERMONE DI RAMPAZZO. Della cura di Ebola con le erbe e di altre follie antiumane.

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Dove finisce la libertà di parola e dove inizia il reato di abuso della credulità popolare? Più che una domanda di giurisprudenza è una domanda morale, etica oserei dire. Io credo nella responsabilità personale, è un cardine di tutto il mio pensiero. Non riesco a pensare che un mondo in cui lo Stato mi fa da balia sia un mondo migliore. Eppure. Eppure esistono dei limiti davanti ai quali la mia ragione si arresta. Prendiamo un esempio piuttosto banale. Ebola. Ebola è la classica minaccia lontana, che difficilmente arriverà, ma se arriva sono uccelli per diabetici, parafrasando Lino Banfi. Ecco, cosa succede se qualcuno davvero dovesse credere a questa manica di imbecilli, che propagandano la FITOTERAPIA contro questo flagello? Qui il link:

No, perchè qui il tuo diritto alla stupidità si scontra con il mio diritto alla vita. Se non credi alla chemio e ti inietti il bicarbonato contro il cancro, muori. Problemi tuoi. Vita tua, diritto tuo alla stupidità. Se credi che per curarti tu debba sacrificare a Baal dodici giovani vergini, ti prendo e ti interno. Tua la malattia, ma le dodici vite umane non le tocchi. Cosa succede nell’ipotesi intermedia, quella in cui tua la vita, ma mio il rischio di contagio o peggio di epidemia? Cosa fare nel caso di chi istiga a trasformarsi in bombe semoventi? Ho il diritto di informarmi sui metodi di cura e poi sopprimerti a colpi di pistola? O sono eccessivo?

Sì sono eccessivo, lo so. Però se ci pensiamo la ragione non è così evidente. Perchè questa gente usa le erbe? Perchè, di fondo, pensano che tu li stia avvelenando con quelle pilloline. Bene. Quindi siccome non si fidano di te sono prontissimi a mettere a rischio la tua vita in nome della loro paranoia. Quindi perchè non dovrei poter fare lo stesso? Ti sospetto ammalato, so che non puoi curarti, ti abbatto. Il percorso è illogico solo se si considera la vita umana sacra. E questo ormai vale solo per chi non sia laico. Il laico, il tipico, stereotipato, pro eutanasia e pro aborto, dovrebbe per coerenza seguire il ragionamento di cui sopra e sparare. Se ancora inorridisce è solo perchè la sua filosofia antiumana non è ancora al suo apice.

Eppure considerate questo: credere che il mondo ti avveleni con le sue medicine moderne, credere che l’umanità sia a rischio estinzione per le scie chimiche, credere che la vita inizi e finisca solo quando qualcuno di più forte (la madre, i parenti, lo Stato) lo decide, non hanno tutte in comune il fatto che la vita ormai viene percepita come diritto relativo? Non è che magari certe visioni aberranti sono reazioni autoimmuni al virus del pensiero relativo? Pensateci, perchè discussioni che sembravano astratte oggi possono essere la differenza fra sparare e non farlo.

Luca Rampazzo

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