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giovedì, 21 Novembre, 2024

Il Rendiconto di Alan Patarga – LA MANOVRA DRAGHIANA DI MELONI TRANQUILLIZZA (QUASI) TUTTI E FA TORNARE IL SERENO SULL’ITALIA

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Attesa come uno sconquasso, la prima manovra economica di Giorgia Meloni si sta rivelando invece rassicurante per (quasi) tutti. Tranquillizza i mercati, che non hanno fatto una piega, confortati dal fatto che la prossima legge di bilancio nei fatti è quella pensata dall’ex premier Mario Draghi e dal suo ministro del Tesoro, Daniele Franco. Non che la coppia Meloni-Giorgetti non ci abbia messo del suo, ma l’impianto – al netto di alcuni provvedimenti che onorano, almeno in parte, le promesse elettorali – è quello pronosticato dai documenti di economia e finanza dell’esecutivo precedente. E infatti, né le Borse né lo spread né tantomeno la Commissione europea sembrano minimamente intenzionati a bocciarla. Indicazione che arriva, indirettamente, anche da un report Mediobanca di questi giorni, che dà indicazioni rassicuranti agli investitori esteri intenzionati a mettere i loro soldi sul nostro Paese: qui da noi, è il senso, siete in buone mani. Che l’Italia soffra, ma non più di altri (anzi) la fase di rallentamento dell’economia lo dice pure l’ultimissimo rapporto sulla Stabilità finanziaria redatto dalla Banca d’Italia, che qualifica come “solido” il nostro sistema, al netto chiaramente delle difficoltà che interessano in questi mesi l’economia globale e quella occidentale nello specifico: caro energia e caro materie prime, che potrebbero rallentare la produzione e inibire i consumi, in una spirale recessiva che non è chiaro se le Banche centrali siano in grado di disinnescare oppure aggravare.

ISTAT E CGIA: SARÀ UN NATALE DA CICALE?

Eppure, anche da questo punto di vista arrivano segnali confortanti. Che sia saggezza o incoscienza, i dati appena diffusi dall’Istat rivelano che dopo mesi a novembre il clima di fiducia di famiglie e imprese è nettamente migliorato. Con le prime che esprimono una propensione al consumo positiva un po’ inattesa, viste le aspettative sulle bollette. E invece le analisi delle vendite del Black Friday e un sondaggio della Cgia di Mestre sugli acquisti di Natale suggeriscono che gli italiani metteranno mano al portafogli per i regali: 9,5 miliardi di euro se ne andranno in pensieri natalizi, su 46,9 miliardi di tredicesime in pagamento nelle prossime settimane. I pensionati cominceranno ad incassarle giovedì prossimo, poi toccherà a dipendenti pubblici e privati: in totale un esercito di 33,9 milioni di italiani “garantiti” che avranno un tesoretto extra da destinare ai consumi di stagione, ma anche a bollette e debiti arretrati. Ma siccome l’economia segue il principio dei vasi comunicanti, i soldi ai “garantiti” garantiranno a loro volta incassi a imprenditori e autonomi – negozianti, artigiani eccetera – che venderanno loro beni e servizi nel prossimo mese. Per quello la Cgia esulta e le organizzazioni del commercio spargono ottimismo. Che è moneta sonante, in attesa di capire come sarà davvero il 2023.

MA C’È CHI NON DORME BENE

Sia chiaro: la manovra, seppure prudente dal punto di vista contabile, non difetta di coraggio. Non foss’altro che mette mano pesantemente alla disciplina del Reddito di Cittadinanza, che sarà ulteriormente modificata nel corso del prossimo anno. Di sicuro, nel 2023 non potrà essere percepito per più di 8 mesi e verosimilmente da settembre un esercito di non meno di 660.000 percettori “occupabili”, cioè in grado di lavorare, dovrà rassegnarsi a cercarsi un impiego di qualche genere, non senza difficoltà. Per loro, di sicuro, si prospettano sonni agitati. Sperando che l’economia riprenda a crescere dalla seconda metà dell’anno, le occasioni aumentino per tutti e nessuno – con un po’ di buona volontà, personale ma anche politica – rimanga effettivamente indietro.

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