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giovedì, 21 Novembre, 2024

Il Rendiconto di Alan Patarga – LA LEZIONE DI SCARONI: L’ITALIA PERENNEMENTE SUSSIDIATA NON SA IMPARARE A RISPARMIARE

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Per nulla interessato al consenso popolare, qualche giorno fa Paolo Scaroni – oggi vicepresidente di Rothschild, ma per anni ai vertici di Eni ed Enel – ha detto quel che nessun politico avrà mai l’ardire di affermare: e cioè che l’Italia di troppi sussidi finirà per morire. “E’ giusto sovvenzionare le famiglie – ha dichiarato intervenendo al Sustainable Future Forum – ma bisogna lasciare a carico dei consumatori un onere sufficiente a spingerli a risparmiare energia: se sussidiamo al 100%, non riusciamo a far scendere i consumi di gas”.

Il ragionamento, invero un po’ brutale, di Scaroni è molto chiaro. Se lo Stato si sostituisce troppo spesso al mercato, attutendo ogni colpo in arrivo su famiglie e imprese, non è detto che faccia bene né a sé stesso né a chi si ripromette di tutelare. Una quota molto alta di sussidi alla voce energia, infatti, finirebbe inevitabilmente per scoraggiare le politiche di risparmio, con il duplice risultato di peggiorare lo Stato dei conti pubblici e di assottigliare le scorte nazionali di metano. Rischieremmo dunque tutti di restare presto o tardi al freddo e con servizi pubblici (sanità? pensioni?) tagliati. Senza contare le ripercussioni (negative) per l’ambiente.

MALATI DI DRAGHISMO


Non è difficile però trovare un’analogia tra la critica di Scaroni – rivolta essenzialmente alla miopia della politica che tenta di blandire gli italiani, che si adagerebbero sugli aiuti di Stato evitando di modificare i loro comportamenti – e quel che è accaduto negli ultimi anni al bilancio pubblico italiano. Tutto sommato, la dinamica è la stessa: la politica, e in generale il sistema Italia, ha continuato da oltre un decennio a far vivere tutti noi al di sopra delle reali possibilità offerte dalla nostra economia, nonostante i ripetuti segnali di non sostenibilità del nostro bilancio pubblico. Il Quantitative Easing, il “bazooka” di Draghi che di fatto ha salvato noi e quindi l’euro – mettendoci al riparo dalla speculazione accesa dallo stato delle nostre finanze – è stato questo: una mastodontica presa di tempo che in nessun modo è stata accompagnata da riforme e tantomeno da tagli sostanziali e mirati alla pantagruelica spesa pubblica nostrana. Risultato: il debito è aumentato, i salari in termini reali (leggi: potere d’acquisto) sono calati del 12% rispetto al 2008 (siamo, per questa voce, maglia nera nel G20; la fonte è l’Ilo, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro) e la Bce si appresta a chiudere del tutto o quasi l’ombrello sotto il quale hanno trovato rifugio per una decade la nostra pigrizia e la nostra incoscienza. Come dire: nessun sussidio – micro o macro – dura in eterno, e presto o tardi la realtà si incaricherà di presentare il conto.

di Alan Patarga

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