Qualcuno dia un premio a Giuliano Mandolesi, giovane commercialista romano capace di raccontare – dalle colonne del sempre ottimo quotidiano ItaliaOggi – vizi (tanti) e virtù (non moltissime) del nostro Fisco. Mentre l’Agenzia delle Entrate inondava le redazioni di trionfanti comunicati sull’avvio delle dichiarazioni Irpef 730 e Iva precompilate, lui spiegava a noi comuni mortali che l’apparente semplificazione è in realtà una bella complicazione per molti, contribuenti e professionisti chiamati a dar loro una mano. Insomma, più che altro una precomplicata.
SEMPRE PIÙ “CARTA”…
Per dire: tra dichiarazione e annesse istruzioni quest’anno arriviamo a 160 pagine. Nel 2018 il 730 constava di 128 pagine totali, dieci anni fa – nel 2013 – il tomo era di “appena” 96 facciate. Messe una dietro l’altra, le pagine attuali misurerebbero 47 metri e mezzo, segno che la complessità, le eccezioni, le variabili hanno preso il sopravvento rendendo le operazioni di pagamento delle tasse (e ottenimento di possibili rimborsi per quanto pagato in eccesso) un dedalo inestricabile, pieno di insidie.
Non solo: il nuovo modello 730 è il primo a scontrarsi con la riforma fiscale del 2022, che con l’introduzione dell’assegno unico e universale per i figli renderà non facilissima la gestione dei rimanenti carichi familiari. Ancora qualche numero: sulle detrazioni sono previste ben 42 caselle, un record. E occorrerà fare attenzione perché molte delle spese che un tempo si potevano detrarre non sono più ammesse proprio perché l’assegno unico ha assorbito e già pagato in anticipo il dovuto. Insomma, sarà l’ennesimo anno “sperimentale” per i contribuenti italiani, perfino più dei precedenti nei quali novità ed esclusioni non sono mai mancate.
… E UN WEB BALLERINO
E mentre la grancassa della precompilata suonava, batteva anche l’ora della débacle digitale. Non che si tratti esattamente di una novità. In tempi di paura hacker, però, sapere che il portale dell’Agenzia delle Entrate sia fuori uso per ore – con il carico di fatti nostri virtualmente alla mercé di chissà chi – non fa dormire sonni tranquilli. Dal Fisco hanno cercato di minimizzare, senza addurre motivazioni ufficiali circa il disservizio: fatto sta che dalle 9 alle 16,30 l’accesso non è stato consentito alla stragrande maggioranza degli utenti che hanno tentato di collegarsi e che nel frattempo la società Sogei ha soltanto fatto sapere di essere al lavoro per ripristinare il sistema, scusandosi a fine giornata per l’inconveniente. Non un capolavoro di trasparenza per chi, quando tocca a noi, non rinuncia di certo a passare ai raggi X ogni aspetto delle nostre vite.
di Alan Patarga