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martedì, 17 Dicembre, 2024

Il Rendiconto di Alan Patarga – IL THATCHERISMO INCONSAPEVOLE DEL MESSAGGIO FISCALE DI MATTARELLA

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IL THATCHERISMO INCONSAPEVOLE DEL MESSAGGIO FISCALE DI MATTARELLA

Sia lode al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo messaggio d’auguri di fine anno ha detto quanto segue: “La Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e quindi al bene comune”. I media hanno riassunto, un po’ semplificando, che “l’Italia è di chi paga le tasse”. Bene, anzi meglio.

SERGIO COME MAGGIE

Sembrerebbe una frase da inquisizione fiscale, del tipo che chi non versa tutto il versabile all’erario potrebbe non aver diritto a farsi curare al pronto soccorso o amenità simili. Ed è probabile che lo stesso capo dello Stato intendesse dire questo. Siccome però le parole hanno una loro forza intrinseca che va oltre la stessa interpretazione di chi le pronuncia, non si può non notare come questo passaggio del discorso di Mattarella apra invece inusitati spiragli di thatcherismo nel discorso pubblico italiano. Sostenere che la Repubblica è di chi paga le tasse significa infatti ribadire quel che disse con disarmante chiarezza la Lady di Ferro: “Lo Stato non ha altre fonti di denaro che non siano il denaro che le persone si guadagnano. Se lo stato vuole spendere di più, può farlo solo prendendo a prestito i vostri risparmi o tassandovi di più. Non serve a niente pensare che qualcun altro pagherà; questo ‘qualcun altro’ siete voi. Non esiste una cosa chiamata ‘denaro pubblico’: c’è solo il denaro dei contribuenti”. Insomma: la Repubblica sarà anche di chi paga le tasse, ma il fatto di pagarle (cioè assolvere a un dovere civico) deve portare con sé il diritto a ottenere i servizi promessi in cambio di quei soldi (nostri). Esattamente come chi investe in una società ne è azionista e matura il diritto a partecipare ai profitti dell’impresa. Se la Repubblica è dei contribuenti sia dato loro ciò che loro spetta: protezione dagli abusi dei singoli (con la pubblica sicurezza e la giustizia) e i servizi per così dire “accessori” concordati in Costituzione e nel patto elettorale. Perché è sempre dalla storia anglosassone che ci arriva una massima da lasciare scolpita nella pietra: “No taxation without representation”. Valeva per le Tredici colonie britanniche che diedero vita agli Stati Uniti d’America. Vale oggi per noi, che paghiamo e troppo spesso non abbiamo sufficiente diritto di parola.

di Alan Patarga

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