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venerdì, 22 Novembre, 2024

Il potere che esercita l’architettura? Una forma di democrazia. Antichissima

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di Stefano Sannino

L’architettura, così come le arti figurative, ha sempre giocato un ruolo chiave nel dare forma ai simboli religiosi delle diverse civiltà umane. Se oggi, infatti, l’architettura ha un duplice significato, politico ma anche civile, in passato essa era legata a doppio filo con la sfera del sacro e della religione. Intere città, nel mondo antico, venivano costruite intorno ad un unico centro di potere che sì, era inteso come potere politico, ma anche e soprattutto come potere religioso. In questo contesto, spazio particolare veniva riservato ai templi, ritenuti casa delle Divinità e non, come oggi avviene per le chiese, luoghi di culto aperti al pubblico. Esempi particolari di questa “architettura iniziatica” ci pervengono dall’Antica Grecia e dall’Egitto, dove i templi erano costruiti in modo da avere una cella riservata alla statua del dio ed il cui accesso era esclusiva dei sacerdoti. In Egitto, per esempio, il tempio era costruito in senso orizzontale in modo tale che, al progressivo succedersi dei vari ambienti, corrispondesse anche un progressivo abbassamento del soffitto ed innalzamento del pavimento, nonché una esponenziale diminuzione della luce naturale presente. In questo modo, agli spazi immensi dell’ingresso, si contrapponeva l’angusto Naos, cioè la stanza in cui era riposta la statua del dio ed in cui veniva officiato il culto. Anche nell’Antica Grecia la statua era posta nello spazio privato dell’adyton, preceduto da un pronao colonnato in cui potevano invece entrare i fedeli.
Oggi, le chiese sono utilizzate da tutti i fedeli per le celebrazioni liturgiche, ma in passato le cerimonie religiose non avvenivano nelle mura del tempio, ma al suo esterno, su un altare costruito appositamente all’ingresso. L’evoluzione dell’architettura sacra, dunque, come direbbe W. Benjamin dimostra una democratizzazione dell’arte sacra ed anche, quindi, una perdita dell’aura dell’opera d’arte stessa che, da esclusiva di pochissimi, diventa pubblica. Immaginare dunque che l’architettura, del pari di ogni altra forma artistica umana, sia svincolata dal naturale processo di evoluzione e cambiamento è sbagliato, così come è sbagliato pensare che essa non sia mai stata caratterizzata da una intrinseca esclusività: la democrazia, anche nel culto religioso, è infatti cosa relativamente moderna.

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