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venerdì, 20 Dicembre, 2024

Il paradosso Coronavirus

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di Martina Biassoni

Questo periodo d’epidemia molto nuovo per l’essere umano moderno, abituato ad essere il centro del mondo con i suoi futili problemi e microcosmi fatti d’economia, finanza, politica, shopping, cene, aperitivi e contatti umani “limitati” o – per meglio dire – di convenienza; sta dimostrando come, moltissime qualità tipiche di esseri fatti di amore, paure, adrenalina ed emozioni varie lo portino ad essere invece un piccolo co-attore della propria vita. Ce lo insegna in piccolo il meteo non controllabile dagli uomini, e ce lo sta dimostrando su altra scala il Coronavirus che ci preoccupa e distrugge, ma allo stesso tempo ci fortifica ed unisce tutti.

Non è insolita la capacità dell’uomo di distrarsi con ciò che può, di voler scoprire tutto, di avventurarsi nell’ignoto e questa situazione non è un’eccezione. Certo, quello in cui ci stiamo inoltrando ora è un senso d’unità, di coesione che poche volte avevamo provato prima, non siamo rossi contro neri, orientali contro occidentali, ricchi contro poveri. Questa situazione di pericolo per la nostra incolumità ci sta facendo sentire così vulnerabili, che non in pochi necessitiamo supporto e conforto. Ed è qui che subentra la nostra fortuna nella sfortuna: i social network.

È grazie alla possibilità di parlare, condividere, trovare conforto l’un l’altro, che questa vita à la 1984 prosegue. È grazie alla costante possibilità d’essere in contatto con amici, famigliari, colleghi, che riusciamo a superare lo sconforto d’essere rinchiusi fra quattro mura, di non poter andare a trovare chi ci è caro, di non poter fare tutte quelle attività che ci portano pace interiore come correre in centro, fare aperitivo o passare un pomeriggio fra opere d’arte meravigliose.

dal profilo instagram di Cesare Cremonini – ragazzi cantano 50 Special dai balconi di casa

Un’altra caratteristica dei social network è la possibilità di entrare a conoscenza di nuovi trend e di metodi alternativi di affrontare la quarantena con il sorriso come la “#coronavirusnailchallenge” o come l’invenzione di dolci che ricordano la forma molecolare del virus o come il ragazzo che la sera esce sul proprio balcone in costume a cantare ed interpretare delle scene famose nel web “trash” o meno.

La natura umana, quindi, naturalmente tende a tenere alto lo spirito, a fare gruppo per sostenersi, unirsi e sentirsi meglio, a reagire al male con un sorriso, con la voglia di ripartenza e di tornare alla normalità che mai come adesso si fa sentire. E noi italiani siamo i migliori in questo, lo dimostrano tutte le iniziative di questi ultimi giorni.

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