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venerdì, 20 Settembre, 2024

IL PALIO DEI BORGIA: LA TRADIZIONE VINCE ANCHE SUL COVID

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di Susanna Russo

Non solo i musei, i teatri e i cinema hanno chiuso i battenti causa Covid. Non solo gli artisti di strada, i musicisti, i ballerini e gli attori sono stati costretti a ritirarsi per più di un intero anno. Sono anche altri gli eventi e le iniziative che non hanno trovato un luogo e un tempo per continuare ad esistere, ad intrattenere, ma anche ad affermare e celebrare quelle che sono tradizioni storiche, espressione della nostra identità.

Le sagre, le fiere, gli eventi in piazza e i palii sono stati cancellati da tutti i programmi estivi senza che nessuno se ne accorgesse; uno tra i tanti è il palio dei Borgia, che da ormai 26 anni si tiene nel borgo medievale di Nepi, piccola cittadina non distante da Roma. Il Palio dei Borgia è una festa popolare che per quasi un intero mese coinvolge tutta il borgo in cui è ambientato, ed è volto a ricordare e celebrare il legame fra Nepi e la famiglia Borgia, generando un magico mix di storia e fantasia. Questa grande celebrazione di portata storica, artistica, e culturale, coinvolgeva ogni anno non meno di 300 figuranti. Per il mese di Giugno il borgo veniva suddiviso in quattro contrade: San Biagio, Santa Maria, La Rocca e Santa Croce, e i figuranti, in raffinati costumi, tra rulli di tamburi, squilli di trombe e le evoluzioni degli sbandieratori, rievocavano un passato neanche troppo lontano, ricostruendo l’atmosfera tipica del medioevo anche attraverso piatti tipici della cucina locale.

Nel 1492 Rodrigo Borgia divenne Papa con il nome di Alessandro VI, e solo sette anni dopo investì del feudo di Nepi la figlia Lucrezia. Il 25 settembre 1499 Lucrezia, accompagnata da dame e cavalieri, arrivò nella cittadina e prese possesso del castello. Dal 1995 l’antico legame che unisce la storia spagnola al suolo italiano, viene celebrato attraverso feste, banchetti, eventi, conferenze, ma anche giochi e sfide volte ad aggiudicarsi il Palio; quattro contrade si sfidano infatti tra loro attraverso giochi medievali, gare di tamburini, arcieri, e giostre di cavalli, come se per un attimo si potesse davvero tornare alla Corte della famiglia spagnola più famosa della storia del nostro Paese.

L’anno scorso questa grande celebrazione, che è in grado di riempire un piccolo borgo di vita presente e passata, è stata cancellata. Quest’anno si è voluta sfidare la sorte, e da Febbraio si è tentato di organizzare un evento che, per quanto non potesse minimamente essere all’altezza di quello degli anni precedenti, ha trovato una sua collocazione nel corso della seconda estate segnata dal Covid. Le strade non formicolavano di comparse e spettatori, la banda non contava un numero esagerato di elementi, gli eventi sono stati ridotti, e sostituiti con attività più rispettose delle norme anti-contagio, oltre ai costumi vi erano anche le mascherine, e al posto dei banchetti c’erano i tavolini distanziati dei ristoranti; nonostante ciò, qualche mese fa si è deciso che, pur di far sopravvivere una tradizione, la si sarebbe plasmata in base alle circostanze e alla fase storica, con coraggio ed audacia, la stessa con cui si affrontavano i duelli nel XV secolo.

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