di Stefano Sannino
Per secoli i filosofi occidentali hanno creduto che l’anima dell’uomo fosse in qualche modo legata al suo movimento, alla sua capacità di muoversi ed agire nel mondo. Il movimento dell’uomo però non è solamente un movimento che dipende dalla nostra capacità di camminare e di trasformare l’ambiente che ci circonda con la nostra cultura, è un movimento più sottile, più interiore, quasi intimo, che spesso dimentichiamo.
Ciò che rende l’uomo tale, ciò che rende la sua anima peculiare, è qualcosa di unico proprio perché legata a doppio filo con la nostra singolare abilità di di trasformarci, di adattarci. Se l’uomo contemporaneo pensa al movimento, sicuramente lo riconduce alla semplice mobilità corporea o a qualche idea di fitness che nulla a che vedere però con il suo reale movimento, dimenticato, nascosto, oscurato nei processi più reconditi della propria interiorità.
Tutti noi ci muoviamo anche quando siamo immobili a lettoi, purtroppo questo concetto sfugge a molti, tutti in balia di quel moto farraginoso che è la quotidianità del nostro tempo. Questo movimento, ben più importante di quello fisico, è il movimento dell’anima, è il movimento che ci permette di evolverci e di cambiare per migliorarci e per adattarci alle situazioni della vita che a loro volta cambiano.
L’evoluzione interiore, è la vera anima dell’uomo. Se non avessimo questa straordinaria capacità di evolverci e di cambiare, se non avessimo questa strana facoltà di adattamento alla natura ed alla vita, saremmo condannati a rimanere in un unico punto fisso, per tutta la nostra esistenza. Ma noi cambiamo: anche quando ci sembra di essere bloccati in una situazione, quando i giorni passano lenti e quando la voglia di alzarsi al mattino è meno forte di quella che hanno altri, noi cambiamo. Questa è la nostra natura, questa è la nostra essenza: il cambiamento. Il cambiamento ci ricorda che nulla è mai uguale a se stesso a lungo e che al cambiare della vita, al mutare dei sentimenti, è necessario adattarsi. Il cambiamento e l’evoluzione interiore, dunque, ci fanno sopravvivere, ci fanno affrontare quei momenti in cui sembra che la stasi sia tutto ciò che ci rimane.
Imparando a guardare il movimento da un’angolazione diversa, dunque, potremmo renderci conto che tutte quelle situazioni che normalmente ci tormentano perché sempre uguali a se stesse, in realtà non lo sono e che tutto ciò che possiamo fare a riguardo è cambiare, è evolverci, è adattarci. Perché questo, e nessun altro, è il segreto della nostra anima.