Mentre il mondo sta aprendo flebilmente gli occhi sulla catastrofe causata dall’Europa e dall’inettitudine di Obama e del suo staff in Medio Oriente, in Israele Hamas ha, per l’ennesima volta, rotto il cessate il fuoco. Dalla sera di martedì, in tutto il sud di Israele sotto piovuti missili (140 in 24 ore), per la maggior parte intercettati da Iron Dome, e la risposta israeliana non si è fatta attendere. Inoltre, nei giorni scorsi, si è mostrato con chiarezza al mondo pensante, chi vuole la pace e chi no.
Lo Shin Bet, ha neutralizzato alcune cellule di Hamas nell’area della Giudea e Samaria che, con il supporto finanziario e logistico della Turchia (Stato candidato ad entrare in Europa), volevano rovesciare con un colpo di stato l’Autorità palestinese guidata da Abu Mazen ed instaurare a Ramallah il regime teocratico jihadista per poter aprire un altro fronte nella guerra contro Israele e la sua popolazione.
Nel frattempo, più ad est, i fratelli di Hamas, l’ISIS, è stato bloccato in parte dai bombardamenti americani e dal coraggio dei Peshmerga curdi che hanno riconquistato la diga di Mosul.
Il tentativo dell’ISIS ormai è chiaro: conquistare la Siria, l’Iraq e puntare, successivamente contro la Giordania al fine da unirsi alla loro succursale di Gaza per poi chiudere definitivamente, prima Israele, e poi l’Europa, in una morsa mortale che porterà all’islamizzazione dell’Europa.
Il problema è che il mondo occidentale, la società occidentale tutta, non ha capito che Isis, Hamas, Ansar Al-Sharia, Boko Haram, Al-Qaeda e tutti i gruppi islamici operanti tra Yemen, Somalia, Africa sahariana e sub-sahariana, sono tutte organizzazioni appartenenti ad una struttura più grande ed operante in quasi tutto il mondo, soprattutto in Europa, il suo nome: Fratelli Musulmani.
Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, meglio conosciuto con l’acronimo ISIS o ISIL, è un’organizzazione terroristica islamica formatasi nel 2004 col nome Jamaat al Tawhid wa al Jihad (Organizzazione del Monoteismo e della Jihad, JTJ), fino al 2006 quando assunse il nome che conosciamo oggi: ISIS. Il suo fondatore? Vediamo un po’ se questo nome vi dice qualcosa: Abu Musab al-Zarqawi.
Non ve lo ricordate vero? Ebbene questo “signore”, membro e comandante di Al-Qaeda in Iraq è l’ideatore dell’attentato di Nassiriya. Quell’attentato ve lo ricordate oppure c’è bisogno di una buona cura di fosforo?
Andiamo avanti. Al-Zarqawi venne successivamente ferito mortalmente durante un attacco americano (epoca di Bush mica del suo amico di letto Obama) ed il suo successore, ufficialmente, fu Abu Abdullah al Rachid Al-Baghdadi ma nella realtà a tirarne le fila era il jihadista egiziano Abu Ayubb al-Masri, membro della Fratellanza Musulmana, addestrato dai talebani, e quindi da Al-Qaeda, in Afghanistan, diventa protagonista della Jihad islamica egiziana e combatte tra i terroristi di Al-Qaeda in Iraq dove troverà la morte nel 2010.
Il suo successore fu l’attuale autoproclamato califfo Abu Bakr Al-Baghdadi. Si evince, quindi, che la rete del terrore islamico non è formato da una miriade di gruppi separati tra loro, bensì sono strutture che fanno capo ad un’unica organizzazione politica internazionale e funzionano allo stesso modo di un gruppo aziendale: una “casa madre” e tante aziende con nomi diversi che però fanno capo a quella “casa madre”.
Ora, il problema, è che queste strutture terroristiche non sono solo in Medio Oriente, in Africa ed in Asia, sono vive e vegete in tutta Europa: Francia, Italia, Germania, Paesi scandinavi, Gran Bretagna, Benelux. In una recente informativa inviata dal Mossad all’Italia, i servizi segreti israeliani avvisano, anche con tono allarmante, che il Belpaese, con la sua politica di accoglienza spregiudicata, sta importando all’interno dei suoi confini numerose cellule terroristiche, oltre a quelle dormienti già presenti nel territorio.
Sicuramente i terroristi islamici stanno approfittando delle maglie larghe italiane per entrare in Europa ed in futuro ne sentiremo gli effetti, devastanti. Intanto, da notizie confermate, tre casi di ebola, importati da altrettanti clandestini, si sono manifestati nel nostro continente e più precisamente in Austria ed in Germania. I portatori? Cittadini nigeriani.
In Italia pare che non vi siano stati casi di ebola ma la notizia non è confermata, in quanto gli organi preposti sono al momento latitanti ma lanciamo un appello al governo, o presunto tale, affinchè reagisca palesemente e non in modo così segreto da risultare un dogma per il Consiglio dei Ministri stesso.
Gian Giacomo William Faillace