di Abbatino
Ecco, ci siamo. Pronti? Via! Anzi No, aspettiamo, vediamo, studiamo, avanziamo, ritiriamo, speriamo, rimpastiamo.
È riassumibile così la tragica vicenda di Italia Viva al governo, nella quale il paese sembra destinato comunque a soccombere.
I due ministri renziani si sono astenuti perché nel piano Recovery del governo non c’è il MES: poco dopo le dimissioni. Conte però non si dimette, ma porta la crisi in parlamento. Ora dobbiamo però essere sinceri: che il MES non c’era era scontato. Addirittura in parlamento c’era stata chiarezza con un voto contrario, figuriamoci se in questi mesi non ne avranno parlato nelle stanze di governo.
Suvvia, i ministri renziani potevano trovare mille scuse per astenersi nella nottata più lunga del consiglio dei ministri. Potevano invocare lo sfascio del paese, la fine di migliaia di partite iva, i ristori a singhiozzo, la pessima gestione della pandemia, i colori all’impazzata nelle ultime settimane come se si giocasse con il pongo. Invece no. Sono andati a cercare il MES che mai è stato preso in considerazione una volta da Conte e compagni; tra i compagni, s’intende non solo quelli del PD, che lo avrebbero voluto, ma anche quelli del cinque stelle che hanno sempre detto no.
Proprio il MES è la scusa per non votare il super documento voluto dal governo? I maligni parlano di rimpasto, le vere ragioni sono le poltrone. Renzi preme per entrare al governo di persona, pare. Vuole più ministri. Ormai le mani ce l’hanno in pasta, i sondaggi di Italia Viva sono in ribasso, tanto vale entrare a fare il ministro e salvare il salvabile oltre che se stesso. Altrimenti il baratro del voto. L’Italia li guarda sempre più stufa. Chi si stancherà prima? La frusta o la schiena? È questione di giorni.