di Alessandro Giugni
Siamo un paese allo sbaraglio.
Cinque parole che riassumono alla perfezione la situazione che l’Italia sta vivendo e che ogni giorno più del precedente precipita sempre più.
La vetta della follia è stata toccata oggi con l’ennesimo DPCM, firmato in giornata da Mario Draghi, con il quale la Presidenza del Consiglio dei Ministri non solo ha ulteriormente ridotto il novero delle attività accessibili a chiunque, vaccinato e non, ma si è arrogata il diritto di stabilire che alcuni beni diverranno appannaggio esclusivo dei vaccinati.
Il primo dato da rilevare è la ormai consueta assenza di precisione e determinatezza nella definizione dei confini applicativi del DPCM. Senza Green Pass, infatti, sarà sì possibile accedere agli esercizi specializzati e non specializzati prevalentemente nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari e bevande (supermercati, ipermercati, discount et similia), ma non sarà ivi permesso acquistare beni che non siano finalizzati a soddisfare «esigenze alimentari e di prima necessità», citando testualmente la lett. a del DPCM del 21 gennaio 2022.
A decidere quali prodotti rientreranno in predetta definizione sarà con ogni probabilità un pool di altifunzionari di Palazzo Chigi, i quali, dalla cima del loro scranno e in virtù del loro totale scollegamento dalla realtà, dopo essersi bendati gli occhi punteranno a turno il dito sull’elenco dei beni venduti nei predetti esercizi commerciali individuando, così, quali siano da destinarsi ai pro-vax e quali da concedere anche ai no-vax.
Al di là dell’amara ironia, è impossibile non chiedersi con quale criterio si deciderà se un pacco di pannoloni per anziani sarà da considerarsi di prima necessità o meno, se una scatola di preservativi potrà essere acquistata anche senza il Green Pass, se una boccetta di deodorante o una bottiglia di vino siano essenziali o meno, se il salame dovrà riservato ai vaccinati mentre il prosciutto cotto dovrà essere accessibile a tutti e così via.
Ancora più problematica sarà la fase dei controlli. Si è stabilito, infatti, che essi verranno effettuati a campione da Carabinieri e Polizia. A parere di chi scrive la teoria deve sempre essere valutata tenendo conto delle possibili implicazioni della stessa nella vita reale e, per questo, invito tutti i gentili lettori a immaginare la situazione che segue.
Avete fatto la spesa, uscite dal supermercato con due o tre sacchi pieni di beni di ogni genere ed ecco davanti a voi palesarsi una coppia di Carabinieri che vi intima di fermarvi e mostrare il Green Pass. Per mille motivi non lo avete(avete scelto di non vaccinarvi, vi siete vaccinati solo due volte e non avete fatto il booster, vi si è scaricato il telefono poc’anzi o avete lasciato in ufficio il foglio attestante l’avvenuta vaccinazione) ed ecco che allora sarete sottoposti a un rigido controllo. Uno dei due agenti provvederà a esaminare minuziosamente ogni singolo articolo presente nei sacchetti mentre l’altro, DPCM e allegato alla mano, vi ammonirà per aver osato acquistare i preservativi aromatizzati alla fragola, una bottiglia di Barolo e una confezione di cicche alla menta essendo sprovvisti di Green Pass. Crimine dei crimini, meritate una bella sanzione, la quale vi verrà senza indugio comminata sul posto!
A chi può sembrare normale tutto questo? Se è vero che l’abitudine è il più potente degli isolanti e che gli esseri umani sono in grado di adattarsi a ogni situazione, possiamo davvero accettare tutto questo? Possiamo tollerare, dopo due anni di restrizioni d’ogni sorta, che qualcuno possa contestarci l’acquisto di questo o quel prodotto? Chi oggi giustifica una situazione simile lo fa solo ed esclusivamente in virtù di una presunta superiorità morale acquisita in virtù dell’aver fatto né più né meno che un vaccino, senza rendersi conto che, dati alla mano, ad oggi il 90,2% della popolazione italiana ha completato il ciclo vaccinale e che, forse, perseverare nella criminalizzazione di una sempre più minuta minoranza non è più giustificabile. Oltretutto l’accettazione di una simile discriminazione costituirà, con ogni probabilità, l’ultimo passo verso la caduta in un abisso del quale non riusciamo a scorgere il fondo: oggi si vuole impedire a chi non è munito di Green Pass di comprare questa o quella cosa, ma domani, passato questo scoglio, nulla impedirà a un nuovo DPCM di colpire questa o quella categoria per i motivi più disparati (un esempio potrebbe essere chiedere il pagamento di una prebenda a coloro i quali possiedono beni considerati non necessari, quali due televisori o chissà che altro, pena l’elevazione di una consistente sanzione).
Siamo, inoltre, coscienti del fatto che tutte queste misure stanno ingigantendo un Leviatano Burocratico che, da un lato, sembra provare piacere nel rendere sempre più difficile vivere nel nostro Paese e, dall’altro lato, si insinua ogni giorno più del precedente nelle parti più intime e riservate delle nostre esistenze?
Infine, sarebbe forse opportuno ricordare che tutte queste limitazioni sono state originate dalla diffusione di un virus e dalla necessità di contenerne la diffusione. Siamo davvero sicuri che una misura quale quella appena entrata in vigore possa portare giovamento al contrasto della pandemia?