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giovedì, 19 Dicembre, 2024

IL GIARDINO DEI TAROCCHI Seconda Parte

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di Fabiola Favilli

Il Giardino dei Tarocchi di Capalbio in Toscana è una delle più alte espressioni dell’arte ambientale, cioè della sintesi artistica della volontà dell’uomo di riconciliarsi con la natura dopo l’esperienza dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione, e ciò nonostante, è possibile la lettura di una scala urbana del Giardino: c’è infatti una porta d’ingresso, una piazza centrale, una torre, degli attraversamenti, dei portici, la realtà abitativa e gli scorci di paesaggio incorniciati. Esso ha una forte identità esoterica, ed è leggibile come un grande tavolo sul quale sono state sparpagliate le carte dei tarocchi, rappresentate da sculture alte fino a 15 metri caratterizzate da una grande espressione cromatica.

Le opere che rappresentano i 22 arcani maggiori furono realizzate con tondini di ferro di vario spessore sagomato e  saldati tra loro, quindi ricoperti da una rete da gettata, a costituire lo scheletro della scultura. Con un macchinario speciale vi fu spruzzato sopra il cemento, e quindi furono rivestite con mosaici di specchi, ceramiche sagomate e lavorate sul posto, e vetri di Murano. La loro struttura rende le opere antisismiche. L’ingresso con la biglietteria fu progettato dall’architetto ticinese Mario Botta, ed è rappresentato da un imponente muro di tufo che divide la realtà del mondo dalla affascinante magia del Giardino dei Tarocchi, in cui si dissolve anche il concetto del tempo.

Lungo il percorso di visita si incontrano Il Mago, la Papessa e la Ruota della Fortuna, che fu trasformata in una fontana d’ acqua che sgorgava dalla bocca della Papessa da Jean Tinguely, marito di Niki de Saint Phalle. Per l’artista il Mago rappresenta Dio, la creazione, l’intelligenza attiva, l’energia pura, mentre la Papessa è l’intuizione, l’irrazionale, l’inconscio.

Accanto troviamo la Forza, rappresentata da una fanciulla che domina un feroce drago tenendolo legato con un guinzaglio invisibile; in realtà il mostro che la donna deve ammansire è dentro di lei, vincendo contro i suoi demoni interiori sarà consapevole della sua forza.

Con la forma di un grande uccello troviamo il simbolo della forza vitale: il Sole, da cui di raggiunge la Morte, che rappresenta il rinnovamento. Grazie alla coscienza della morte, infatti, possiamo non rimanere intrappolati nelle vanità della vita, rappresentate da vari elementi falciati dalla Nanà dorata che cavalca un destriero ammantato d’azzurro.

Incastonato tra i cespugli di lentisco c’è il Diavolo, che per l’artista rappresenta l’energia, il magnetismo, ma anche la dipendenza da sostanze tossiche e quindi  la perdita della libertà spirituale e personale. Il Mondo sovrastato da una Nanà azzurra gira grazie alla sottostante scultura cinetica realizzata da Tinguely, ed ha accanto il Folle, l’uomo che compie il suo pellegrinaggio spirituale.

Tornando indietro si incontra il Papa, cioè la saggezza spirituale di un santo, un guru, un profeta. L’Impiccato è posto dentro l’albero della vita, e dalla sua posizione può vedere il mondo sottosopra ovvero in un modo nuovo, mentre la Giustizia, una grande figura femminile, include dentro di sé l’ingiustizia, una scultura cinetica di Tinguely, chiusa dietro un cancello assicurato da un grosso lucchetto. Gli Innamorati sono simboleggiati da Adamo ed Eva, la prima coppia, impegnati in un pic-nic.

L’Eremita è un girovago in cerca di un tesoro spirituale e vuol significare che le lezioni più importanti si imparano con il cuore, la sua versione femminile è l’Oracolo, in cui, su suggerimento della stessa Niki de Saint Phalle, si può entrare ed ascoltare il suo messaggio. La Torre ricoperta di mosaico di specchi si staglia sopra la vegetazione ed incombe con il suo monito: se le complesse costruzioni mentali dell’uomo non sono fondate su basi solide, sono destinate a crollare. “Bisogna rompere le mura della mente in modo da poter guardare oltre”, dice l’artista, che pone una scultura di Tinguely a simboleggiare il fulmine che spacca la torre.

L’Imperatore è una scultura complessa, in cui si può entrare, camminare e sedersi, è un castello il cui interno è sorretto da colonne rivestite da affascinanti mosaici di specchi e ceramiche e che ospita la Lussuria, la fontana con donne che giocano con l’acqua. E’ il simbolo dell’organizzazione e dell’aggressività, della scienza, della medicina, ma anche delle armi e della guerra; è colui che controlla e conquista. Questo è il motivo per cui qui si trovano scene di caccia, draghi ed uomini feriti. Con la forma di una sfinge incontriamo l’Imperatrice: madre, emozione e civiltà. Entrando in questa ciclopica scultura troviamo un magico mondo domestico interamente rivestito da specchi; è nell’intimità di questo immaginifico ambiente che si percepisce ancora la presenza di Niki de Saint Phalle:

Ho vissuto per anni all’interno di questa madre protettiva ed era anche il luogo d’incontro con coloro che lavoravano a questo progetto..  su tutti noi la Sfinge ha esercitato il suo fascino fatale”.

Oltre alla cucina, al soggiorno, al bagno con una straordinaria doccia ed alla camera da letto, dentro all’Imperatrice si trova il Carro della vittoria, il trionfo sui nemici e sulle avversità. Si trovano anche la Stella ed il Giudizio: la prima ha due brocche in mano da cui sgorgano zampilli d’acqua che, cadendo, si trasformano in un ruscello. E’ l’acqua del rinnovamento, è la natura e la sua abbondanza, è la conoscenza delle leggi segrete dei cieli e della terra. Nel Giudizio tre figure emergono da una tomba, hanno diverse età: è un invito ad “unirci agli altri, elevarci e diventare UNO con l’universo”.

La Temperanza è una piccola cappella sormontata da un angelo, all’interno è rivestita da specchi su cui spicca una Madonna nera circondata da fiori e cuori in ceramica. Bellissimo il pavimento fatto con piastrelle che rappresentano la luna nelle varie fasi e le stelle. “La Luna riflette la vita interiore, misteriosa, enigmatica” ed è legata al grande potere dell’immaginazione.

Altri artisti realizzarono opere all’interno del Giardino, come Pierre Marie Le Jeune che costruì le panchine e le sedie che si trovano all’interno dell’Imperatrice; Marina Karella creò la scultura che si trova all’interno della Papessa e, naturalmente, Jean Tinguely. Lasciando il Giardino, con ancora negli occhi l’affascinante sequenza di forme e colori, non possiamo non pensare che esso, pur con tutti i suoi significati esoterici, è in grande omaggio che Niki de Saint Phalle ha fatto a Capalbio: una torre, dei camminamenti, una piazza, il borgo ritratto e reinterpretato con il linguaggio dell’arte e dell’immaginazione.      

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