di Fabiola Favilli
“Nel 1955 andai a Barcellona e vidi per la prima volta il meraviglioso Parco Guell di Gaudì. Capii che mi ero imbattuta nel mio maestro e nel mio destino. Tremavo in tutto il corpo. Sapevo che anche io, un giorno, avrei costruito il mio Giardino della Gioia. Un piccolo angolo di paradiso. Un luogo d’incontro tra l’uomo e la natura. Ventiquattro anni più tardi mi sarei imbarcata nella più grande avventura della mia vita: il Giardino dei Tarocchi …. Questo giardino è stato fatto con difficoltà, con amore, con folle entusiasmo, con ossessione e, più di ogni altra cosa, con la fede. Niente e nessuno avrebbe potuto fermarmi. Come in tutte le fiabe, lungo il cammino alla ricerca del tesoro mi sono imbattuta in draghi, streghe, maghi e nell’Angelo della Temperanza”
Niki de Saint Phalle
Niki de Saint Phalle nacque in Francia nel 1930, crebbe a New York e si trasferì di nuovo in Europa nei primi anni ’50, epoca in cui iniziò la sua attività artistica. Fu a Barcellona che scoprì l’architettura di Gaudì, la cui influenza sarà presente in tutte le sue opere. Negli anni ’60 insieme a Jean Tinguely, Robert Rauschenberg e Jasper Johns fece parte del gruppo dei Nuovi Realisti. Negli anni ’70 iniziò la produzione delle sculture “Nanas” e realizzò due film, e dal 1979 si concentrò principalmente sulla costruzione del “Giardino dei Tarocchi” in località Garavicchio nel Comune di Capalbio, anche se contemporaneamente la sua fama divenne tale da richiamarla spesso in Francia, dove fu lo stesso Presidente François Mitterrand a commissionarle la fontana per la piazza del Municipio a Chateau-Chinon e la “Fontana “Stravinsky” al Centro Georges Pompidou a Parigi. Nello stesso periodo furono realizzate retrospettive a Bonn, Glascow ed a Friburgo e fu lanciata una linea di profumi per finanziare il Giardino dei Tarocchi. Gli anni ’80 videro l’artista impegnata nella lotta all’Aids, con la pubblicazione del libro “Aids: you can’t catch it holding hands”, che scrisse ed illustrò. Dal 1994 al 1997 realizzò con l’architetto Mario Botta una monumentale “Arca di Noè” per la città di Gerusalemme ed un “Angelo” alto dieci metri per la Stazione ferroviaria di Zurigo. Morì a San Diego, California, nel 2002.
Le sue opere si trovano in tutto il mondo, da Parigi a Los Angeles, da Stoccolma ad Osaka, ma la massima espressione della sua arte e la maggiore concentrazione di lavori, realizzate peraltro con un progetto unitario, si trova proprio a Capalbio. L’appezzamento di terreno, o per meglio dire, lo spicchio di macchia mediterranea in cui il Parco prese vita fu donato dalla famiglia Caracciolo all’artista e ella, durante la sua costruzione, cambiò e soprattutto ampliò il progetto più volte, nonostante spesso dovette sospendere i lavori a causa di attacchi di artrite reumatoide che le impedivano di camminare ed usare le mani. Il parco artistico realizzato dal 1979 al 1996 dall’artista Niki de Saint Phalle è un vero viaggio nel sogno e nell’immaginazione. Il Giardino dei Tarocchi è un’opera d’arte out sider, essendo percorribile diventa anche un’opera architettonica, è un progetto complesso ed unico realizzato come un percorso spirituale intimo, un diario sincero della vita dell’artista. “Molte difficoltà ho incontrato durante il percorso: la salute, le finanze, la solitudine. Oggi vedo che tutte queste difficoltà facevano parte dell’itinerario iniziatico che dovevo percorrere per avere il privilegio di creare questo giardino”.