Daniela Buonocore
Una notizia agghiacciante quella arrivata ieri da Borno, paesino in provincia di Bergamo, che ha sconvolto tutta Italia. Gli investigatori si sono trovati davanti ad una scena da film horror. Si tratta del ritrovamento di una donna con il volto bruciato, la testa decapitata e il corpo tagliato in 15 pezzi. Un vero e proprio giallo ancora da ricostruire. Non si conosce ancora l’identità della donna, il suo corpo completamente bruciato e con la testa decapitata è stato tagliato in almeno 15 pezzi, suddiviso poi in sacchi di plastica da qualcuno che, secondo le prime ricostruzioni, aveva delle conoscenze specifiche in materia, poiché nulla è stato lasciato al caso, ma bensì fatto con grande precisione, pertanto anche con un’estrema lucidità.
La donna, di età compresa tra i 30 e i 50 anni, presenta ancora lo smalto viola sulle unghie che, per quanto possa rappresentare un dettaglio un po’ macabro per qualcuno, per gli investigatori diventa invece un’opportunita di identificazione del cadavere. A ritrovare il corpo è stato un passante che, avvicinandosi alle buste, e pensando fossero semplice spazzatura, ha visto poi una mano spuntare da uno dei sacchetti e ha allertato nell’immediato la polizia. Attualmente non si può escludere alcuna pista, neanche quella che a commettere l’omicidio sia stato un serial killer, pertanto le indagini si muovono in tutte le direzioni. La donna in questione potrebbe essere stata uccisa lì o da qualsiasi altra parte, poi depositata nei sacchetti e solo successivamente riposta in quel luogo. Si pensa addirittura che le parti del corpo rinvenute possano essere state precedentemente congelate e poi portate sul luogo del ritrovamento. Stando alle dichiarazioni delle persone del luogo, i sacchi sono stati rinvenuti poco dopo essere stati lasciati lì in bella vista, forse proprio per essere trovati subito.
Questo avvenimento non è il primo che ha sconvolto la comunità di Borno che, già 17 anni fa, ha assistito allo stesso scenario con il ritrovamento dei resti di Aldo Donegani e della moglie Luisa De Leo, entrambi uccisi e fatti a pezzi dal nipote Guglielmo Gatti, condannato poi successivamente all’ergastolo. Se ci sia un collegamento tra i due reati non è al momento determinabile, ma neanche da escludere. Si continua pertanto ad indagare sulla vicenda per dare una spiegazione all’accaduto.