di Stefano Sannino e Ahsife Oscura
Fuoco, dal termine latino focus, indicava in origine il focolare e nel tempo sostituì il termine ignis.
Questo elemento è graficamente rappresentato da un triangolo equilatero con il vertice verso l’alto che suggerisce un moto ascendente di crescita e dinamismo nonostante la sua natura invadente e volta alla conquista: infatti esso racchiude in sé il principio maschile, che tutto permea e tutto
vivifica. Nonostante il Fuoco sia la controparte maschile – secca e calda – dell’elemento femminile Acqua – freddo ed umido – unendo i loro simboli ne emerge una stella con sei raggi, un esagramma meglio conosciuto come Sigillo di Salomone; esso è la massima rappresentazione iconografica
dell’unione dell’energia con la materia, energia che è il principio stesso della vita.
La forza distruttrice di questo elemento ha in sé sia il potere benefico – poiché adempie alla sua funzione purificatrice, sia una componente molto negativa – in quanto l’enorme energia del Fuoco consuma qualunque cosa si trovi lungo la sua strada. Dal punto di vista purificatorio, il Fuoco
brucia e distrugge la materia permettendo così all’anima di innalzarsi. Lo stesso concetto fu atrocemente manifestato durante il massacro portato avanti dalla Santa Inquisizione: attraverso le fiamme, infatti, gli inquisitori credevano di poter purificare l’anima delle streghe corrotta dal diavolo, bruciando sul rogo i loro corpi impregnati dal peccato.
In alchimia è associato al numero 1 in quanto rappresentazione dell’Unità da cui hanno avuto origine gli altri tre elementi. Ma il Fuoco è possibile ritrovarlo in moltissime concezioni e sotto svariate forme, sia esteriori che interiori: nel contesto materiale trova consistenza nella fiamma, nei cieli è la rappresentazione del giorno e della luce, mentre a livello interiore è quell’energia che anima le nostre scelte quotidiane.
Il Fuoco nel paganesimo
Il Fuoco ha sempre avuto un ruolo rilevante nella spiritualità dei culti pagani e non solo, tanto che nel culto romano di Vesta le sacerdotesse – le vestali – svolgevano l’importante compito di vegliare continuamente sul Fuoco affinché non si spegnesse; una pratica molto simile emerge anche dalla tradizione della Fiamma Olimpica: per gli antichi Greci il fuoco aveva una connotazione divina e si credeva che fosse stato rubato agli Dei e donato agli uomini da Prometeo. Durante i Giochi Olimpici, che onoravano Zeus, venivano accesi dei fuochi anche nel suo tempio ed in quello di sua
moglie, Era; ancora oggi, infatti, il Fuoco Olimpico viene acceso sul luogo dove sorgeva il tempio di Era.
Il Fuoco e la sua correlazione con l’Uomo
Ippocrate associò l’essere umano a quattro temperamenti ben precisi, cui fanno capo i Quattro Elementi: bilioso (Fuoco), sanguigno (Aria), linfatico (Acqua) e nervoso (Terra). Il Fuoco, in quanto elemento di trasformazione per eccellenza, nell’uomo indica una persona attiva, dinamica, passionale ma anche autoritaria ed indipendente. Esso governa la direzione del Sud, sulla stagione estiva, sul giorno della settimana legato al Sole ed a Marte ed è profondamente connesso ai segni zodiacali Ariete, Leone e Sagittario.
Le Salamandre, gli Spiriti elementari del Fuoco
L’essere elementale legato all’elemento Fuoco è la Salamandra. Paracelso descrive questi esseri come creature che abitano in prossimità dei vulcani attivi e custodi dei fuochi del sottosuolo più profondo. L’elementale del Fuoco assiste gli esseri umani in tutte quelle occasioni che riguardano la
trasformazione, la purificazione, passione e ricerca della verità. Bisogna infatti ricordare che il Fuoco – nella sua concezione simbolica più ancestrale – invoca proprio il profondo significato della Conoscenza: il Fuoco dissolve la tenebra dell’ignoranza ed abbatte la paura dell’ignoto con la sua luce.
Il fuoco nella Filosofia
Un autore celebramente legato a doppio filo con l’elemento Fuoco è certamente Eraclito di Efeso, il quale identificò nel Fuoco l’elemento principale della sua filosofia, strettamente connessa al λόγος inteso come Principio Cosmico e dunque come ordinatore dei rapporti tra quelli che lui chiamava contrari. Il fuoco, dunque il logòs, era quel principio che attraverso l’opposizione regolava i rapporti tra i contrari, creando quel divenire che – per il filosofo di Efeso – caratterizzava la nostra realtà. Tutto ciò che è in moto, tutto ciò che muta, che cambia e che si modifica mediante lo scontro perpetuo dei contrari, possiede la qualità intrinseca di mutare proprio grazie al logòs e dunque al fuoco. Anche nella filosofia, esattamente come nella mistica e nella magia, il Fuoco è l’elemento attivo per
eccellenza, l’elemento di trasformazione, di sublimazione, di cambiamento eterno e perpetuo: distruttore, ma anche creatore.
Il Fuoco nella mistica
Vi è un celeberrimo passo dell’antico testamento, in cui Mosè intrattiene una conversazione con il Fuoco che incarna Dio, all’interno di una tenda. Per la mistica, questo fuoco è proprio la manifestazione fisica di Dio, quella manifestazione che avrebbe poi risieduto nel Tempio di Gerusalemme e che sarebbe divenuta nota come Shekhinah. Per gli ebrei e per i mistici la Shekhinah non è altro che la presenza di Dio, la sua manifestazione fisica in questo mondo che è Malkuth, ed è curioso come questa sia rappresentata proprio dall’elemento Fuoco, un elemento distruttivo ma anche propositivo per la creazione. Ad un occhio profano il fatto che si parli di Fuoco e poi di “presenza” in termini femminili potrebbe sembrare contraddittorio: il fuoco è infatti un elemento maschile, mentre la presenza di Dio intesa come Shekhinah corrisponde alla Sua parte femminile. Come è possibile dunque che l’aspetto femminile di Dio si manifesti in un elemento
maschile? Per la mistica, la Shekhinah non è semplicemente la parte femminile di Dio, ma è quella parte con cui l’uomo può entrare in contatto. Solo la Shekhinah può essere percepita ed esperita e soltanto il fuoco può esprimere al meglio il carattere di imperiosità, di potenza, di creazione ma
anche di distruzione di Dio, il quale dunque si manifesta proprio in questo elemento della natura.
Ancora una volta il fuoco assume una simbologia ben precisa, rimasta invariata nei secoli e che continua ad intimorire ed affascinare l’essere umano.