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mercoledì, 20 Novembre, 2024

Il filosofo ed il fantasma, una casa infestata nell’antica Atene

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Tra i fenomeni più rilevanti del web degli ultimi anni vi è indubbiamente la crescente comunità di persone interessate all’esplorazione di luoghi urbani e non ritenuti abitati dagli spiriti di coloro che lì hanno vissuto in vita. I cosiddetti ghost hunters, divenuti particolarmente popolari negli ultimi anni, traggono spesso le idee per le loro avventure dall’immaginario horror della letteratura horror che, dal XVIII al XX secolo, ha posseduto le penne di autori come Edgar Allan Poe, Howard Phillips Lovecraft o Algernon Blackwood. Ciò che spesso questi appassionati di fantasmi ignorano, però, è che i racconti dei loro scrittori preferiti traggono ispirazione da antiche leggende greco-romane e, molto spesso, anche da luoghi ed avvenimenti reali ben noti agli scrittori del genere horror.

Per esempio, a parte le famosissime Lamie ed Empuse da cui nascono i moderni “vampiri”, già antichi autori greci raccontano di case che erano fatte abbattere dalla città poiché ritenute sede di spiriti malvagi o comunque negativi. Casi simili possono essere ritrovati anche a Roma, dove alcune fonti riferiscono che chi azzardava dormire nella casa ove l’imperatore Augusto era nato riceveva le visite degli spiriti.

Insomma, a discapito di quanto siamo portati a pensare oggigiorno, la passione per la morte ed il sovrannaturale non è certo qualcosa di nuovo, ma anzi trae le sue origini dalla cultura classica, potendo essere ritrovata in un elevatissimo numero di leggende e superstizioni. È il caso di una casa ad Atene, descritta nei dettagli da Plinio il Giovane in una lettera all’amico Lucio Licinio Sura, influente senatore del suo tempo e molto vicino all’imperatore Traiano. Da questa villa grande e spaziosa, ogni notte, giungevano strani suoni, di cui lo scrittore latino riporta in particolare lo sferragliare incessante di catene che si faceva mano a mano sempre più intenso, raggiungendo il suo spannung con l’apparizione di uno spirito orrendo, in forma di un vecchio con i vestiti colmi di sporcizia e la barba ed i capelli scompigliati.

In particolare un’altra storia relativa alla casa ci racconta del filosofo Atenodoro che, sentita la leggenda, volle affittare l’abitazione. Come ogni notte, ecco l’incessante rumore di catene fino all’apparizione dello spettro che, con un gesto della mano, invitò il filosofo a seguirlo. Giunto nel punto indicato dallo spirito, Atenodoro fece una buca e lì effettivamente furono trovate le ossa del defunto. Questo racconto ci fornisce un’indicazione importante sulla concezione antica della morte e della sepoltura dei defunti senza la quale, almeno in apparenza, non era possibile per l’anima di un uomo trovare la pace eterna.

Come evidente dalle leggende che ruotano intorno alla misteriosa casa infestata di Atene, dunque, il morboso interesse per il mistero, l’horror e l’ignoto non è certo cosa moderna, ma anzi frutto di secoli e secoli di rielaborazione di quegli antichi misteri che, in epoca classica, impregnarono in mar Mediterraneo.

di Stefano Sannino

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