di Stefano Sannino
A prescindere dalla nostra fede attuale, tutti noi siamo cresciuti studiando il mito del diluvio universale. Una torrenziale pioggia che, per un lungo periodo, fu mandata da Dio sulla Terra per punire gli uomini divenuti malvagi e corrotti.
Ciò che però ignoravamo da bambini è che la storia del diluvio universale non è presente solamente nella tradizione biblica o, più in generale, nelle tradizioni abramitiche (vd. ebraismo e cristianesimo), ma anche in un grandissimo numero di altre religioni. La diffusione del mitologema del diluvio, ovverosia della credenza mitica di una catastrofe planetaria legata all’elemento acqua, ha portato gli studiosi a ritenere, con ogni probabilità, che il mito possa nascondere un fondo di verità: una grande inondazione, ingigantita e mitizzata, impiegata da quasi tutte le culture umane per trasmettere un messaggio etico e morale.
È il caso, per esempio, del mito di Utnapishtim, devoto del dio babilonese Ea, che sotto le indicazioni del suo dio costruì un’arca su cui salvarsi dall’inondazione voluta dal consiglio degli dèi o, ancora, di Deucalione e Pirra, nella tradizione greca.
Proprio come nel caso di tantissimi altri elementi mitologici delle religioni a noi più vicine, anche il tema del diluvio biblico pare essere quindi stato influenzato da una grande quantità di mitologie altre, ciascuna con la propria versione del catastrofico evento, ma tutte con degli elementi in comune: il più savio tra gli uomini viene salvato dall’intervento divino, per mezzo della costruzione di un’arca di legno.
Esattamente come Utnapishtim, anche Deucalione e Pirra, pia coppia di vecchi coniugi figli l’uno di Prometeo e l’altra di Epimeteo, furono incaricati da Zeus di cominciare la costruzione di un’arca su cui mettersi in salvo dal diluvio imminente. Terminata la catastrofe, ai due fu concesso un desiderio. E così, ambedue, desiderarono di avere altri uomini ed altre donne al loro fianco. Fu, secondo una versione, l’oracolo di Temi a suggerire loro la soluzione del desiderio: essi avrebbero dovuto gettare dietro alla loro schiena “le ossa della grande madre”. I due capirono che ciò a cui l’oracolo faceva riferimento non erano altro che le rocce; cominciarono così a gettarle dietro di loro e queste, magicamente, si trasformarono in uomini e donne, ripopolando il pianeta.
Al di là del curioso epilogo sostanzialmente differente dalla versione biblica a cui siamo avvezzi, è comunque interessante notare come il mito del diluvio sia, anche nel caso greco, legato ad una profonda tematica di redenzione dell’umanità che, ormai troppo corrotta e malvagia, deve essere ricreata da capo grazie all’intervento diretto degli dèi.
Qualunque sia la verità dietro al mito del diluvio, sia che esso sia stato un fatto storico remoto passato nella leggenda, sia che esso sia frutto dell’immaginazione mitologica umana, resta innegabile la sua influenza sulla storia di quasi tutte le nostre religioni, da secoli fondate sull’idea di questa antica punizione divina che potrebbe abbattersi nuovamente su di noi.