di Stefano Sannino
Conosciuto principalmente per gli sviluppi iniziatici di epoca romana, Mitra è una divinità di origine indo-iranica citata in un trattato di pace stipulato tra Ittiti e Mitanni all’inizio del XIV secolo a.C, al fianco di altri esseri divini tra cui Varuna e Indra, particolarmente celebri nei testi vedici. Per questo suo ruolo, Mitra viene letto come la divinità protettrice di trattati e patti, nonché dio che presiede la stretta di mano, gesto che sarebbe poi diventato, in epoca più tarda, il segno di riconoscimento degli adepti del mitraismo.
Oscura è però la strada che ha condotto il culto di Mitra ad essere uno dei culti misterico-iniziatici più celebri nell’Impero romano, in particolar modo tra i soldati ed i militari al servizio dell’Imperatore. Ciononostante, pare che il culto mitraico fosse un culto iniziatico maschile a causa e della grande popolarità dello stesso tra le già citate legioni romane e a causa della mancanza di donne nelle raffigurazioni e nelle testimonianze antiche. Questo culto segreto pare essere stato organizzato gerarchicamente in gradi, ai quali l’iniziato poteva accedere attraverso riti di passaggio specifici. I gradi, questo le fonti lo citano apertamente, erano sette; ciascun grado corrispondeva ad uno dei pianeti del sistema solare ed era simbolo di una purificazione graduale dell’iniziato. Interessante è notare come il numero sette si ripeta anche in questo culto misterico, esattamente come già era popolare nella mitologia sumero-babilonese, nel particolare riferimento della discesa agli Inferi della dea Inanna, durante la quale Ella si tolse i sette veli che componevano il suo abito. Il sette sembra dunque essere un numero particolarmente rilevante nelle mitologie antiche e pare aver mantenuto questa importanza anche in epoca tardo-antica, quando il mitraismo era ormai una delle sette iniziatiche più diffuse dell’Impero romano.
Fu solo nel 174 d.C, sotto l’imperio di Aureliano, che il mitraismo divenne un culto pubblico con la decisione della data di nascita canonica del dio Mitra: il 25 Dicembre. Al dio fu quindi associata una simbologia solare di redenzione e di rinascita, di immortalità e di invincibilità; il 25 Dicembre fu infatti scelto quale Natalis Solis Inuicti (Nascita del Sole Invitto) simbolo di vittoria delle energie solari su quelle delle tenebre. Questo giorno, sarebbe poi rimasto nella nostra tradizione come il giorno della nascita del Cristo, la cui simbologia arcaica attinse a piene mani dal culto mitraico.
Nel VI sec. d.C cominciò il declino del culto di Mitra e già nel 387 non si trovano, a Roma, più dediche al dio. Fu infatti nel 380, con l’editto di Teodosio, il de fide Catholica, che il cristianesimo divenne religione di Stato e che, due anni dopo, nel 382, Graziano tolse il sussidio ai culti pagani stabilendone la definitiva estinzione pubblica.
Nonostante la sua storia travagliata, durata quasi un millennio, il mitraismo rimane vivo nella simbologia moderna del Natale, grazie ai suoi rimandi ad un culto solare che ha senza dubbio mutato di forma nei secoli, ma che è rimasto ineluttabilmente legato ad un’idea di speranza e di rinascita ancora immortale nel XXI secolo.