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mercoledì, 25 Dicembre, 2024

IL CDM APPROVA IL DECRETO ATTUATIVO PER L’ASSEGNO UNICO

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di Daniela Buonocore

A partire dal 1 Marzo del 2022, ci sarà la bozza del testo che istituisce un sostegno universale per ogni figlio a carico su base mensile, entro la soglia di 175 €, destinata a scendere ad 85€ per i figli di età compresa tra 18 e 21 anni.
A seguito dell’approvazione del decreto legislativo attuativo in merito all’assegno unico, approvato da parte del Consiglio dei ministri, che entrerà in vigore dal 2022, si attende ora che quest’ultimo passi al vaglio delle commissioni competenti delle Camere, prima di ottenere definitivamente il via libera.
Si tratta di un assegno unico universale per i figli a carico, consegnato mensilmente come beneficio economico attribuito per il periodo comprensivo che va da a Marzo, di qualsiasi anno, fino a Febbraio dell’anno a seguire, a tutti i nuclei familiari che rientreranno nelle condizioni economiche organizzate in base al modello Isee.
L’assegno potrà ricoprire la somma di 175 € mensili per chi  avrà l’Isee pari a 15.000 € e che scendera’ ad 85€ per ogni figlio maggiorenne con età compresa tra 18 e 21 anni, fino poi a calare in maniera progressiva per un minimo di 50€ mensili per chi avrà l’Isee di 40.000€, o per chi non lo presentera’ affatto.
La domanda dovrà essere presentata all’Inps dal 1 gennaio per il periodo che andrà dal mese di Marzo a quello di  Febbraio dell’anno successivo. In base al numero dei figli e all’eventuale presenza di disabili in casa, o ancora in base al reddito e al lavoro di entrambi i genitori, sono  previsti delle maggiorazioni da poter attribuire in merito.
Inoltre, nell’assegno unico, vi è una clausola anche per i cittadini extracomunitari, questi ultimi infatti, qualora possessori di permesso di soggiorno, di lavoro o di ricerca superiore a sei mesi, potranno usufruire anche loro dell’assegno unico.
Questo è quanto previsto dalla bozza del decreto attuativo dell’assegno unico.
Tra i requisiti, oltre a quelli precedentemente elencati, ci sono anche la residenza in Italia da almeno due anni, la titolarità di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o anche a tempo determinato, però con una durata semestrale, e ovviamente anche il domicilio e il pagamento delle tasse in Italia. Si resta quindi in attesa dell’attuazione definitiva della bozza del decreto.

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