Ogni volta che penso alla puntata successiva mi chiedo cosa si può fare di più rispetto a quella precedente; già perché giovedì scorso siamo riusciti a rendere ancora più che le volte scorse, l’idea di una politica vicina alla gente, fatta da persone come noi e facilmente raggiungibili. Non siamo persone speciali, non abbiamo una bacchetta magica o “amici altolocati” e siamo una nuova web radio emergente, così come questo giornale, che nel corso di poco è riuscito a raccogliere un considerevole numero di lettori,e di questo ringraziamo.
Quando mi hanno detto “fai la radio, proponi un programma”, la mia prima idea era proprio quella di parlare di politica, ma non come fanno tutti i giornali, le televisioni, le radio , ma piuttosto di interloquire con questo mondo all’apparenza così distante in modo semplice, come “l’uomo della strada” senza però cadere nei “populismi” di basso livello che stanno contraddistinguendo questo momento storico. Dimostrare a tutti che esiste anche una politica buona, che esistono persone che si danno da fare, indipendentemente dallo schieramento in cui rientrano e che lavorano costantemente per il bene primario dei cittadini con un ideale forte e con idee chiare.
Abbiamo esordito timidamente con la prima puntata, tutto da costruire, con l’inesperienza tipica della prima volta ma abbiamo subito puntato in alto… e allora non potevamo la seconda fare da meno, addirittura sembrava fantascienza ma abbiamo avuto come ospite niente meno che un capogruppo al parlamento europeo; chissà come parlerà difficile, racconterà di leggi astruse e di codici simili a quello di Da Vinci..invece con sorpresa ci accorgiamo che il nostro interlocutore è tutt’altro: un ragazzo semplice, attivo, brillante, che in 25 veloci minuti ci parla di Marò, di Europa, di politica interna e il tutto come se lo raccontasse alla signora anziana vicina di casa; Carlo Fidanza ci ha dato una grande soddisfazione. Ma nelle due puntate continuava ad emergere un personaggio, chiamato più volte a gran voce, spesso criticato ma che non poteva rimanere nell’ombra ancora a lungo; ed è così che approfittando di diversi fatti occorsi durante la settimana, ci troviamo a dedicare proprio a lui la terza puntata de “il bombarolo”: Giuliano Pisapia sindaco di Milano.
Ci sarebbe piaciuto avere proprio lui come ospite ai nostri microfoni (chissà magari prima o poi) ma un fatto legato a doppio filo con uno dei suoi uomini più fidati, ci ha consentito di aprire il discorso e di avere diversi importantissimi ospiti, tutti estremamente preparati sia sulla politica nazionale che nello specifico, su quella milanese, essendo tutti consiglieri comunali della città. Ed allora con quattro telefonate riusciamo ad avere Giulio Gallera, coordinatore cittadino,consigliere comunale e consigliere regionale lombardo di Forza Italia, Marco Osnato, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia e consigliere comunale, Riccardo De Corato, Fratelli d’Italia, vice presidente del consiglio comunale, ex vice sindaco e Mirko Mazzali di Sel, presidente commissione sicurezza del Comune di Milano, uomo vicino al Sindaco Pisapia.
Rimango subito sorpresa della loro pronta disponibilità e mi aspetto qualche forfait dell’ultim’ora, cosa immediatamente smentita. I nostri collegamenti iniziano subito, il primo che chiamiamo è Giulio Gallera al quale chiediamo di raccontarci “la vicenda della settimana” per il quale, proprio con Mazzali, sono volate parole grosse, richieste di dimissioni e probabili querele; Giulio ci racconta subito i fatti, esattamente così come li ha riportati anche “la repubblica”: “la lega ha indetto un corteo, che ad un certo punto, nonostante il divieto da parte del prefetto di organizzare una manifestazione parallela da parte di un gruppo di immigrati e forze antagoniste di sinistra è stato costretto a deviare per non incorrere in un possibile scontro con questo assembramento non autorizzato del quale vi faceva pure parte Mazzali; un rappresentante delle istituzioni, responsabile della sicurezza non può violare la legge e deve essere lui il primo a dare il buon esempio e per questo, prendendosi le responsabilità del caso, deve dimettersi”.
Facciamo altre domande e chiediamo indiscrezioni sulla sua possibile candidatura a Sindaco di Milano, possibilità che qualora dovesse presentarsi, troverebbe un accomodante “presente” in funzione del fatto “lo faccio per i miei concittadini e per la mia città che tanto amo”. Tante sono le cose che Gallera ci racconta e lo congediamo in attesa di chiamare proprio il suo antagonista di lì a poco. Non vi nascondo cari amici che la preoccupazione di sbagliare era tanta, in fin dei conti avremmo avuto ai nostri microfoni un avvocato penalista, colui che ha sempre difeso i centri sociali e che qualche amico mi ha definito “un osso duro”, insomma la possibilità di perdere un match politico era consistente.
Chiamo Mirko Mazzali, mi risponde cordiale e affabile subito la conversazione diventa amichevole; qualcuno più tardi mi ha fatto notare che dare troppo spazio a personaggi della maggioranza non è cosa buona e giusta, in quanto hanno già i propri che utilizza fin troppo bene. Ho trovato invece piacevole la conversazione con Mazzali, gli ho chiesto di spiegarci tante cose a noi incomprensibili, gli ho fatto notare come spesso quello che viene fatto dal comune non viene mai spiegato ai più profani ne tanto meno vengono pubblicizzate le cose che ritengono “buone”; un minuto dopo vado direttamente sulla vicenda “via Padova” per avere il contraddittorio rispetto alla versione di Giulio Gallera. “L’amico” diventa avvocato e comincia a raccontarci di decreti e leggi e di come si possono interpretare “a proprio modo” senza violare codici, insomma, “fatta la legge trovato l’inganno”, e di come fosse stata fraintesa la sua presenza in quel luogo che aveva invece solo la funzione di “Garantire personalmente che non vi fossero problemi di sorta e che non ci fossero intoppi nel regolare svolgimento della manifestazione della Lega”.
Sono sicuro che i nostri ascoltatori hanno capito benissimo come si sono svolti i fatti e a questo punto non ci rimaneva che affondare l’attacco al consigliere pisapiano “ho letto sul tuo facebook che volete liberalizzare le droghe leggere” “certo seguiamo quanto detto da Umberto Veronesi, seguiamo il suo protocollo” “Veronesi ha 90 anni qualche colpetto lo può pure perdere” è la mia risposta e la domanda successiva volge sul sociale “ ma perché aiutare stranieri, Rom, centri sociali, quando abbiamo migliaia di italiani ridotti allo stremo, milanesi pensionati che rovistano nella spazzatura per mangiare..la gente questo se lo domanda”; Mazzali risponde sereno “sono uomini, donne, bambini anche loro”…questa riposta non mi ha convinto e se è assolutamente vero quello dice, gli ricordo che la priorità forse va data a chi in questa terra ci ha combattuto, ci ha pagato le tasse, ci vive da generazioni.
La chiacchierata prosegue, le domande si susseguono fino a farmi trasecolare quando a proposito dei Marò, liquida velocemente la questione con un “non li hanno mica rapiti dei banditi, sono sotto processo in uno stato regolare..la giustizia è lenta ma non ci si può lamentare, in fin dei conti non è che in Italia sia meglio”…vorrei dirgli che si sbaglia, che se ci fosse suo figlio forse ragionerebbe in modo diverso, che è sempre facile parlare quando si sta comodamente seduti su una poltrona del consiglio comunale di Milano, ma non posso, sto conducendo un programma radiofonico e seppur difficile devo cercare di non litigare. Ringrazio Mazzali, mi piacerebbe poterlo intervistare una sera intera per capire davvero come nascono certi ragionamenti.
Ci pensa subito Riccardo De Corato a rimetterci in pace con il mondo; ci racconta dell’aumento dei crimini a Milano, di come la giunta ha eliminato tutte le misure che erano state introdotte per il controllo del territorio quali ad esempio unità mobili della polizia municipale piuttosto che l’uso dell’esercito e di come nel giro di poco tempo la nostra città sia diventata infestata di pericolosi criminali; il suo tono pacato e rassicurante ci ha fatto per un attimo immaginare tutto questo come se fosse un brutto sogno e che basterebbe poco per ripristinare l’ordine, basterebbe semplicemente cambiare governo alla città. Il tempo è corso velocemente fra i nostri tre personaggi, qualche pezzo musicale sapientemente mixato da Mauro Ferranti e le battute di Cristina Rosa e ci avviciniamo ormai alla chiusura, pronti per ascoltare il nostro ultimo ospite, Marco Osnato, che non disattende le nostre aspettative.
Marco, che io ho definito “l’amico della porta accanto” dimostra subito la sua grande disponibilità, scherza con noi e fra una battuta e l’altra ci fa capire immediatamente che il politico deve essere così: disponibile, pronto a scherzare ma anche a diventare immediatamente serio quando si tratta di parlare degli interessi dei propri elettori; non le manda a dire Osnato, raddrizza la schiena sulla vicenda Marò a Mazzali e gli risponde passo passo a ciascuno dei punti toccati, ridando al sottoscritto il sorriso ed un senso terreno a tutta la discussione. Penso che sia molto bello vedere come tutti noi abbiamo potuto assistere agli interventi di questi personaggi politici della vita milanese che si sono svolti tutti con grande educazione e senza mai scadere in facili populismi o trascendere in pagliacciate grillesche.
Osnato conclude il suo intervento parlandoci anche delle primarie del centro destra e della proposta di non far partecipare l’India al prossimo Expo 2015, lo ringraziamo e lo invitiamo ad essere con noi anche prossimamente: ci piace avere degli interlocutori con cui poter chiacchierare come se fossimo al bar sport. C’è giusto il tempo di un paio di brani musicali e per l’intervento di un cittadino che non le manda a dire nemmeno lui a Mazzali e alla giunta di Pisapia, si scalda, ci riprende per essere stati troppo accondiscendenti e troppo bipartisan “d’altra parte lo capisco siete giornalisti non potete fare diversamente”..forse ha ragione o forse no..siamo qui per fare capire ai nostri ascoltatori che la politica è vicina alla gente, che non è un mondo lontano e che tutti vi possono partecipare, che comunque il dialogo è sempre la forma più civile di confronto e che non è necessario “pilotare” una trasmissione per condizionare chi ascolta; noi siamo convinti che non ci sono dall’altra parte persone stupide, anzi, ci sono persone che hanno le proprie idee e che devono sentire proprio dalla viva voce di tutti cosa succede per rafforzare in questo modo le proprie convinzioni.
Si è fatto tardi, abbiamo superato le tre ore di trasmissione, mandiamo a letto i nostri ascoltatori e pensiamo già a quale sarà il tema di settimana prossima. Come sempre rimanete sintonizzati, La Critica radio non perdona.
Massimiliano Russo